Obiettivo principale di questa monografia è avviare una rilettura sistematica del contributo fornito da Ettore Fabietti (1876-1962) alla biblioteconomia italiana. Per quanto periodicamente dimenticata, la sua attività di organizzatore delle biblioteche popolari milanesi e coordinatore della Federazione italiana delle biblioteche popolari ha attratto un buon numero di studiosi. Insieme con i meriti e i limiti storici del movimento delle biblioteche popolari di matrice socialista sono stati messi in luce i tratti salienti (a volte frenanti) del retroterra politico-culturale di Fabietti, ma anche la sua dedizione alla causa, le capacità organizzative, le innovative proposte di servizio. In altri passaggi e momenti storiografici è stata posta in primo piano la graduale e complicata trasformazione del concetto di biblioteca popolare in quello di biblioteca “per tutti”, trasformazione che fece da cornice programmatica all’elaborazione fabiettiana dalla metà degli anni Dieci in poi. E tuttavia resta, forse, la necessità di ripercorrere, con le tappe essenziali del suo lavoro sul campo, le traiettorie interne del suo pensiero biblioteconomico, trasmesso da una mole imponente di scritti: la produzione di Fabietti, infatti, fu spesso occasionata da esigenze e urgenze legate alla sua militanza professionale e a scopi di divulgazione, reca i segni indelebili di un periodo lungo e tormentato della storia nazionale (dall’età giolittiana fino al fascismo e al suo consolidamento in regime), ma fu anche guidata da una visione organica della biblioteca come organizzazione di servizi e della biblioteconomia come moderna cultura professionale. Tale visione non venne mai meno e ha lasciato un patrimonio storico di idee, intuizioni, cornici concettuali e pratiche di non trascurabile entità.
"Organismo vivente". La biblioteca nell'opera di Ettore Fabietti
Giovanni Di Domenico
2018-01-01
Abstract
Obiettivo principale di questa monografia è avviare una rilettura sistematica del contributo fornito da Ettore Fabietti (1876-1962) alla biblioteconomia italiana. Per quanto periodicamente dimenticata, la sua attività di organizzatore delle biblioteche popolari milanesi e coordinatore della Federazione italiana delle biblioteche popolari ha attratto un buon numero di studiosi. Insieme con i meriti e i limiti storici del movimento delle biblioteche popolari di matrice socialista sono stati messi in luce i tratti salienti (a volte frenanti) del retroterra politico-culturale di Fabietti, ma anche la sua dedizione alla causa, le capacità organizzative, le innovative proposte di servizio. In altri passaggi e momenti storiografici è stata posta in primo piano la graduale e complicata trasformazione del concetto di biblioteca popolare in quello di biblioteca “per tutti”, trasformazione che fece da cornice programmatica all’elaborazione fabiettiana dalla metà degli anni Dieci in poi. E tuttavia resta, forse, la necessità di ripercorrere, con le tappe essenziali del suo lavoro sul campo, le traiettorie interne del suo pensiero biblioteconomico, trasmesso da una mole imponente di scritti: la produzione di Fabietti, infatti, fu spesso occasionata da esigenze e urgenze legate alla sua militanza professionale e a scopi di divulgazione, reca i segni indelebili di un periodo lungo e tormentato della storia nazionale (dall’età giolittiana fino al fascismo e al suo consolidamento in regime), ma fu anche guidata da una visione organica della biblioteca come organizzazione di servizi e della biblioteconomia come moderna cultura professionale. Tale visione non venne mai meno e ha lasciato un patrimonio storico di idee, intuizioni, cornici concettuali e pratiche di non trascurabile entità.File | Dimensione | Formato | |
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