Il contributo prende avvio da riferimenti teorici connessi con il tema della competitività portuale che sottolineano come i porti container, a cui è affidato un ruolo attivo nel sistema globale della produzione e del trasporto, non essendo nodi esclusivi della supply chain, siano tenuti a confrontarsi con la capacità di offrire condizioni localizzative di vantaggio nel gestire i diversi asset su cui si fondano i processi di concorrenza tra porti. Su tale base, il contributo analizza il contesto di riferimento in relazione alle trasformazioni intervenute nel segmento del trasporto marittimo containerizzato, connesse con la crescita dei volumi di traffico, a sua volta condizionata dalle dimensioni delle flotte e dalla relativa capacità di carico, ma anche dalla diversificazione delle rotte scelte dagli armatori, sulla base della domanda di mercato e della richiesta di servizi ad essa connessi. Rispetto a questi cambiamenti, nell’ambito di una rappresentazione del sistema portuale a scala globale fondato sull’assetto distributivo e dimensionale dei porti container che vede il Continente asiatico primeggiare in termini di numerosità di porti di grandi dimensioni, è approfondito il posizionamento degli scali del Mediterraneo. Quest’area, infatti, favorita dall’allargamento del Canale di Suez e, conseguentemente, dall’intensificazione dei traffici container fra Europa ed Asia e di quelli fra Europa ed America del Nord, è tornata ad essere al centro delle principali rotte marittime mondiali. Ne è derivata un’opportunità di crescita per i porti del Bacino, contemperata, tuttavia, da condizioni di forte competitività dovute, da un lato, alla consolidata solidità del Northern Range, e, dall’altro, alla numerosità dei porti presenti. In una situazione del genere, le strategie di crescita vanno rapportate alla capacità di rendere i porti saldamente ancorati ai territori in relazione alla presenza di condizioni logistiche e retro-portuali adeguate a sostenere i processi di produzione, gestione e commercializzazione delle merci in transito.

Trasporto containerizzato e competizione portuale: aspetti logistici e geopolitici

Teresa Amodio
2018-01-01

Abstract

Il contributo prende avvio da riferimenti teorici connessi con il tema della competitività portuale che sottolineano come i porti container, a cui è affidato un ruolo attivo nel sistema globale della produzione e del trasporto, non essendo nodi esclusivi della supply chain, siano tenuti a confrontarsi con la capacità di offrire condizioni localizzative di vantaggio nel gestire i diversi asset su cui si fondano i processi di concorrenza tra porti. Su tale base, il contributo analizza il contesto di riferimento in relazione alle trasformazioni intervenute nel segmento del trasporto marittimo containerizzato, connesse con la crescita dei volumi di traffico, a sua volta condizionata dalle dimensioni delle flotte e dalla relativa capacità di carico, ma anche dalla diversificazione delle rotte scelte dagli armatori, sulla base della domanda di mercato e della richiesta di servizi ad essa connessi. Rispetto a questi cambiamenti, nell’ambito di una rappresentazione del sistema portuale a scala globale fondato sull’assetto distributivo e dimensionale dei porti container che vede il Continente asiatico primeggiare in termini di numerosità di porti di grandi dimensioni, è approfondito il posizionamento degli scali del Mediterraneo. Quest’area, infatti, favorita dall’allargamento del Canale di Suez e, conseguentemente, dall’intensificazione dei traffici container fra Europa ed Asia e di quelli fra Europa ed America del Nord, è tornata ad essere al centro delle principali rotte marittime mondiali. Ne è derivata un’opportunità di crescita per i porti del Bacino, contemperata, tuttavia, da condizioni di forte competitività dovute, da un lato, alla consolidata solidità del Northern Range, e, dall’altro, alla numerosità dei porti presenti. In una situazione del genere, le strategie di crescita vanno rapportate alla capacità di rendere i porti saldamente ancorati ai territori in relazione alla presenza di condizioni logistiche e retro-portuali adeguate a sostenere i processi di produzione, gestione e commercializzazione delle merci in transito.
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