Leonid Andreev è stato una delle figure più significative della Russia di inizio Novecento. Narratore, drammaturgo e pubblicista, acclamato e al contempo contestato, attraversa stili diversi, dal realismo al simbolismo fino ad assumere accenti espressionisti, conferendo però alle sue opere sempre una cifra originale. Il tema della vendetta emerge particolarmente nelle sue ultime opere, declinato come un sentimento di rivalsa nei confronti della società. Tuttavia, percorrendo i suoi drammi fin dall’esordio, è possibile rilevare variazioni di tale sentimento. Il saggio analizza pertanto quattro drammi scritti fra il 1906 e il 1916: Anatema, Ekaterina Ivanovna, Quello che prende gli schiaffi e Il valzer dei cani. Pur nelle differenze stilistiche e strutturali, le opere sono accomunate dalla centralità di un personaggio che, subito un torto, giura vendetta e lancia una sfida. Il disegno ordito, però, assume strategie diverse: Anatema, che anela alla conoscenza e mira ad ergersi a statura divina, respinto dalla Grande Ragione dell’Universo, orienta la sua azione su David Lejzer, oggetto di sperimentazione e di vendetta. Ekaterina sfuma il suo sentimento di rivalsa nei confronti del marito, che la accusa ingiustamente di tradimento, nel più potente desiderio di auto-annientamento, di umiliazione di sé, concedendosi ad un amante mediocre. “Quello”, contro la vita che lo ha distrutto, e gli ha tolto fama, amore e onore, orienta la vendetta contro se stesso, trasformandosi da superuomo tradito in subuomo. Genrich Tile trama vendetta contro la società, ma, per una sorta di innata purezza, è incapace di compiere il male, e non può che commettere suicidio. Tutti, dunque, dimostrano l’inattuabilità della sfida e l’impossibilità della vendetta contro un oggetto altro da sé. La ribellione alle regole si tramuta in un atto di autolesionismo, vissuto con disperata solitudine, nel sostanziale isolamento dal tessuto sociale. Per tale motivo, particolarmente nel personaggio di “Quello”, è possibile cogliere i tratti autobiografici di Andreev, un autore che ha intessuto un rapporto controverso con la società del suo tempo, lasciandone ampia eco nei suoi scritti.

La vendetta come sfida. Variazioni nella drammaturgia di Andreev

EGIDIO AURORA MARIA
2019-01-01

Abstract

Leonid Andreev è stato una delle figure più significative della Russia di inizio Novecento. Narratore, drammaturgo e pubblicista, acclamato e al contempo contestato, attraversa stili diversi, dal realismo al simbolismo fino ad assumere accenti espressionisti, conferendo però alle sue opere sempre una cifra originale. Il tema della vendetta emerge particolarmente nelle sue ultime opere, declinato come un sentimento di rivalsa nei confronti della società. Tuttavia, percorrendo i suoi drammi fin dall’esordio, è possibile rilevare variazioni di tale sentimento. Il saggio analizza pertanto quattro drammi scritti fra il 1906 e il 1916: Anatema, Ekaterina Ivanovna, Quello che prende gli schiaffi e Il valzer dei cani. Pur nelle differenze stilistiche e strutturali, le opere sono accomunate dalla centralità di un personaggio che, subito un torto, giura vendetta e lancia una sfida. Il disegno ordito, però, assume strategie diverse: Anatema, che anela alla conoscenza e mira ad ergersi a statura divina, respinto dalla Grande Ragione dell’Universo, orienta la sua azione su David Lejzer, oggetto di sperimentazione e di vendetta. Ekaterina sfuma il suo sentimento di rivalsa nei confronti del marito, che la accusa ingiustamente di tradimento, nel più potente desiderio di auto-annientamento, di umiliazione di sé, concedendosi ad un amante mediocre. “Quello”, contro la vita che lo ha distrutto, e gli ha tolto fama, amore e onore, orienta la vendetta contro se stesso, trasformandosi da superuomo tradito in subuomo. Genrich Tile trama vendetta contro la società, ma, per una sorta di innata purezza, è incapace di compiere il male, e non può che commettere suicidio. Tutti, dunque, dimostrano l’inattuabilità della sfida e l’impossibilità della vendetta contro un oggetto altro da sé. La ribellione alle regole si tramuta in un atto di autolesionismo, vissuto con disperata solitudine, nel sostanziale isolamento dal tessuto sociale. Per tale motivo, particolarmente nel personaggio di “Quello”, è possibile cogliere i tratti autobiografici di Andreev, un autore che ha intessuto un rapporto controverso con la società del suo tempo, lasciandone ampia eco nei suoi scritti.
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