Posta al centro di un crocevia importantissimo per il sistema economico mediterraneo in età moderna (come per primo aveva sottolineato Braudel), Ragusa ha costruito, a partire dal XV secolo, la sua potenza e la sua ricchezza stringendo un accordo - veramente vantaggioso per entrambi i contraenti - con l’Impero Ottomano. Una Repubblica aristocratico-mercantile che aveva nel controllo sociale uno dei suoi punti di forza e nella ricerca della buon vivere per i propri sudditi una scelta prioritaria. L’analisi delle leggi suntuarie può aiutarci a capire un aspetto di questo sistema: attraverso il “controllo dello sfarzo”, i ceti dirigenti ragusei cercano di adeguare la loro immagine – e non solo - alle scelte economiche e sociali che portano avanti. E questo nel “lungo ‘500”, contrassegnato da una serie enorme di carestie, tanto da sembrare “universali” anche in un’area, quella del Mediterraneo, in cui da sempre costituivano una sorta di “normalità”.

"Adeguare le pompe alli t[em]pi procellosi". Leggi suntuarie e carestie nella Ragusa (Dubrovnik) del XVI secolo

Stefano d'Atri
2019-01-01

Abstract

Posta al centro di un crocevia importantissimo per il sistema economico mediterraneo in età moderna (come per primo aveva sottolineato Braudel), Ragusa ha costruito, a partire dal XV secolo, la sua potenza e la sua ricchezza stringendo un accordo - veramente vantaggioso per entrambi i contraenti - con l’Impero Ottomano. Una Repubblica aristocratico-mercantile che aveva nel controllo sociale uno dei suoi punti di forza e nella ricerca della buon vivere per i propri sudditi una scelta prioritaria. L’analisi delle leggi suntuarie può aiutarci a capire un aspetto di questo sistema: attraverso il “controllo dello sfarzo”, i ceti dirigenti ragusei cercano di adeguare la loro immagine – e non solo - alle scelte economiche e sociali che portano avanti. E questo nel “lungo ‘500”, contrassegnato da una serie enorme di carestie, tanto da sembrare “universali” anche in un’area, quella del Mediterraneo, in cui da sempre costituivano una sorta di “normalità”.
2019
9788891780034
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4733485
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