In provincia di Napoli si volge una secolare festa particolarmente interessante dal punto di vista antropologico, la festa dei Gigli di Nola, che nel 2013 ha ricevuto l’iscrizione nella Lista Rappresentativa UNESCO del Patrimonio Culturale Immateriale attraverso una candidatura di rete, come epilogo di una storia locale di diversi tentativi di candidatura. Il volume raccoglie i frutti di un’indagine etnografica, svolta nell’arco temporale di 9 anni, della comunità di pratica patrimoniale protagonista, complessa e numerosa. La ricerca, densa di dati intimi e vissuti in profondità a partire dall’analisi del mondo delle paranze di “collatori” delle macchine da festa, rende conto anche di numerosi altri luoghi in cui si svolge un rito similare nella regione Campania o in contesti di dislocazione migratoria d’oltreoceano, come a Brooklyn, New York. Inoltre, le rivoluzioni normative dell’UNESCO (Convenzione 2003), che fanno assumere le pratiche tradizionali comunitarie in chiave patrimoniale a livello globale, hanno determinato interessanti cambiamenti sulla dimensione locale, che vengono monitorati dallo sguardo etnografico dell’autrice. L’esempio dei Gigli di Nola rappresenta un interessante caso “buono da pensare” nella doppia lente di un’antropologia del patrimonio e dei processi di patrimonializzazione agiti sulla comunità di protagonisti del rito, come pure in quella di un’antropologia delle istituzioni, locali e sovralocali.

Etnografia di una passione. I Gigli di Nola tra patrimonializzazione e mutamento ai tempi dell'UNESCO

BALLACCHINO K
2015-01-01

Abstract

In provincia di Napoli si volge una secolare festa particolarmente interessante dal punto di vista antropologico, la festa dei Gigli di Nola, che nel 2013 ha ricevuto l’iscrizione nella Lista Rappresentativa UNESCO del Patrimonio Culturale Immateriale attraverso una candidatura di rete, come epilogo di una storia locale di diversi tentativi di candidatura. Il volume raccoglie i frutti di un’indagine etnografica, svolta nell’arco temporale di 9 anni, della comunità di pratica patrimoniale protagonista, complessa e numerosa. La ricerca, densa di dati intimi e vissuti in profondità a partire dall’analisi del mondo delle paranze di “collatori” delle macchine da festa, rende conto anche di numerosi altri luoghi in cui si svolge un rito similare nella regione Campania o in contesti di dislocazione migratoria d’oltreoceano, come a Brooklyn, New York. Inoltre, le rivoluzioni normative dell’UNESCO (Convenzione 2003), che fanno assumere le pratiche tradizionali comunitarie in chiave patrimoniale a livello globale, hanno determinato interessanti cambiamenti sulla dimensione locale, che vengono monitorati dallo sguardo etnografico dell’autrice. L’esempio dei Gigli di Nola rappresenta un interessante caso “buono da pensare” nella doppia lente di un’antropologia del patrimonio e dei processi di patrimonializzazione agiti sulla comunità di protagonisti del rito, come pure in quella di un’antropologia delle istituzioni, locali e sovralocali.
2015
978-88-6677-906-3
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