Si è soliti considerare il § 13 della Critica del Giudizio come una sorta di decreto con il quale l’attrattiva (Reiz), che aveva goduto di un certo interesse nella trattatistica settecentesca, viene esclusa da ogni diritto di cittadinanza nella comunità estetica. Ma che cos’è per Kant l’attrattiva? È possibile coglierne il senso attraverso la sua esclusione? Quale ruolo svolge tale esclusione all’interno dell’estetica kantiana? Intendiamo mostrare tanto la necessità strutturale e sistematica dell’esclusione dell’attrattiva rispetto alla definizione del “giudizio di gusto puro” quanto le difficoltà che Kant incontra in tale operazione: l’instabilità che tale esclusione produce proprio in quell’interno di cui dovrebbe garantire l’integrità, con la solidità di una fondazione trascendentale.
Le inclinazioni del gusto. Bellezza e attrattiva nella Critica del Giudizio
FRANCESCO VITALE
2020
Abstract
Si è soliti considerare il § 13 della Critica del Giudizio come una sorta di decreto con il quale l’attrattiva (Reiz), che aveva goduto di un certo interesse nella trattatistica settecentesca, viene esclusa da ogni diritto di cittadinanza nella comunità estetica. Ma che cos’è per Kant l’attrattiva? È possibile coglierne il senso attraverso la sua esclusione? Quale ruolo svolge tale esclusione all’interno dell’estetica kantiana? Intendiamo mostrare tanto la necessità strutturale e sistematica dell’esclusione dell’attrattiva rispetto alla definizione del “giudizio di gusto puro” quanto le difficoltà che Kant incontra in tale operazione: l’instabilità che tale esclusione produce proprio in quell’interno di cui dovrebbe garantire l’integrità, con la solidità di una fondazione trascendentale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.