Nella città moderna di molte opere di Luigi Pirandello tutto sembra visibile e dipanarsi in un’apparente verosimiglianza naturalistica; eppure, tutto rinvia a un oltre, alle linee spezzate di una realtà urbana diversa da quella vera, a una città metafisica e fantastica, il cui senso, come un messaggio a chiave, rimane oscuro e analogico. La grande metropoli, con le prime macchine-mostri per produrre film ed enormi profitti, le spettrali stanze sotterranee degli stabilimenti cinematografici, il sudicio ospizio di mendicità, squallido come un sottosuolo dostoevskiano, appare sospesa in una dimensione onirica. Nel buio notturno, le sue vie e le sue piazze deserte sembrano immerse in uno stupore attonito, come se dovessero rivelare un inquietante segreto, mentre, in dissonanza totale con la loro surreale immobilità, le acque del Tevere nel loro moto incessante allegoricamente epifanizzano non solo l’ininterrotto flusso vitale, ma anche il vuoto “Nulla”, di ascendenza leopardiana, l’assenza di una realtà rassicurante.
Fantastico pirandelliano e città moderna
Giulio, Rosa
2020-01-01
Abstract
Nella città moderna di molte opere di Luigi Pirandello tutto sembra visibile e dipanarsi in un’apparente verosimiglianza naturalistica; eppure, tutto rinvia a un oltre, alle linee spezzate di una realtà urbana diversa da quella vera, a una città metafisica e fantastica, il cui senso, come un messaggio a chiave, rimane oscuro e analogico. La grande metropoli, con le prime macchine-mostri per produrre film ed enormi profitti, le spettrali stanze sotterranee degli stabilimenti cinematografici, il sudicio ospizio di mendicità, squallido come un sottosuolo dostoevskiano, appare sospesa in una dimensione onirica. Nel buio notturno, le sue vie e le sue piazze deserte sembrano immerse in uno stupore attonito, come se dovessero rivelare un inquietante segreto, mentre, in dissonanza totale con la loro surreale immobilità, le acque del Tevere nel loro moto incessante allegoricamente epifanizzano non solo l’ininterrotto flusso vitale, ma anche il vuoto “Nulla”, di ascendenza leopardiana, l’assenza di una realtà rassicurante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.