Se a partire dagli ultimi decenni del secolo scorso gli stabilimenti termali sono diventati un argomento di forte interesse che ha riunito ricercatori di tutto il mondo , rari continuano a essere gli studiosi internazionali che si sono cimentati con un’analisi puntuale e approfondita delle terme suburbane di Pompei. È incontestabile che gli svariati saggi di Luciana Jacobelli, così come le sue innumerevoli relazioni in occasione di convegni e incontri in Europa e in nord America, abbiano contribuito a diffondere la conoscenza dello stabilimento di Porta Marina, forse disincentivando allo stesso tempo ulteriori indagini e approfondimenti . Purtuttavia, le inusuali disposizioni planimetriche, la grande vasca riscaldata, le particolari soluzioni adottate per i vetri delle finestre, così come il complesso impianto idrico hanno solo moderatamente risvegliato l’attenzione che le terme suburbane avrebbero meritato da parte del mondo accademico internazionale. A seguito della pubblicazione italiana del 1995 sulle pitture erotiche rinvenute nell’apodyterium, gli studiosi stranieri sembrano invece avere quasi sempre focalizzato il loro sguardo su questi voluttuosi affreschi, limitandosi esclusivamente a promuovere un dibattito sulle diverse ipotesi interpretative di tali raffigurazioni. La pubblicistica si è anch’essa appassionata alla presenza dei quadretti erotici: un tema che è diventato il leit-motiv di quasi tutti gli articoli pubblicati dalla stampa e dalle riviste internazionali, comprese quelle di settore. L’analisi della fortuna critica al di fuori del nostro Paese costituisce un’inedita chiave di lettura che permette non solo di registrare i contributi innovativi e significativi su questo complesso termale di epoca giulio-claudia, ma anche di ipotizzare le ragioni di dissensi, di ammirazione e silenzi da parte di divulgatori e studiosi di estrazione, cultura e profilo intellettuale a volte profondamente diversi.

La (s)fortuna critica internazionale delle terme suburbane di Pompei

Simona Talenti
2020-01-01

Abstract

Se a partire dagli ultimi decenni del secolo scorso gli stabilimenti termali sono diventati un argomento di forte interesse che ha riunito ricercatori di tutto il mondo , rari continuano a essere gli studiosi internazionali che si sono cimentati con un’analisi puntuale e approfondita delle terme suburbane di Pompei. È incontestabile che gli svariati saggi di Luciana Jacobelli, così come le sue innumerevoli relazioni in occasione di convegni e incontri in Europa e in nord America, abbiano contribuito a diffondere la conoscenza dello stabilimento di Porta Marina, forse disincentivando allo stesso tempo ulteriori indagini e approfondimenti . Purtuttavia, le inusuali disposizioni planimetriche, la grande vasca riscaldata, le particolari soluzioni adottate per i vetri delle finestre, così come il complesso impianto idrico hanno solo moderatamente risvegliato l’attenzione che le terme suburbane avrebbero meritato da parte del mondo accademico internazionale. A seguito della pubblicazione italiana del 1995 sulle pitture erotiche rinvenute nell’apodyterium, gli studiosi stranieri sembrano invece avere quasi sempre focalizzato il loro sguardo su questi voluttuosi affreschi, limitandosi esclusivamente a promuovere un dibattito sulle diverse ipotesi interpretative di tali raffigurazioni. La pubblicistica si è anch’essa appassionata alla presenza dei quadretti erotici: un tema che è diventato il leit-motiv di quasi tutti gli articoli pubblicati dalla stampa e dalle riviste internazionali, comprese quelle di settore. L’analisi della fortuna critica al di fuori del nostro Paese costituisce un’inedita chiave di lettura che permette non solo di registrare i contributi innovativi e significativi su questo complesso termale di epoca giulio-claudia, ma anche di ipotizzare le ragioni di dissensi, di ammirazione e silenzi da parte di divulgatori e studiosi di estrazione, cultura e profilo intellettuale a volte profondamente diversi.
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