Il contributo ha la finalità di riportare il punto di vista degli studenti con disabilità e con disturbi specifici di apprendimento (DSA) in merito alla didattica a distanza universitaria (DaD) erogata nella fase di lockdown causato da Covid-19. In particolare, si presentano i risultati di interviste condotte agli studenti con Bisogni Formativi Speciali di tre Atenei e relativi ai 4 mesi di sospensione delle attività didattiche in presenza: Università «Ca’ Foscari» di Venezia, Università di Brescia, Università di Salerno. Le risposte degli studenti intervistati restituiscono giudizi prevalentemente positivi sull’esperienza della DaD, ma evidenziano anche alcune difficoltà, tra cui quelle legate alla debolezza delle infrastrutture tecnologiche, ma anche ad aspetti sociali ed emotivi imputabili alla mancanza di relazioni faccia a faccia con i docenti e con i pari. Gli autori riportano criticità e spunti utili a migliorare l’offerta formativa delle prossime fasi di formazione — che sarà nella maggior parte dei casi «mista» — con il proposito di mettere a fuoco le specificità locali delle tre università, ma anche gli aspetti trasversali che i risultati delle interviste evidenziano. Gli spunti di miglioramento sono ritenuti opportuni e con una ricaduta positiva immediata sia per gli studenti con disabilità e con DSA sia per tutta l’utenza studentesca universitaria.

DaD in Università durante il lockdown: criticità e potenzialità

Giulia Savarese
2020-01-01

Abstract

Il contributo ha la finalità di riportare il punto di vista degli studenti con disabilità e con disturbi specifici di apprendimento (DSA) in merito alla didattica a distanza universitaria (DaD) erogata nella fase di lockdown causato da Covid-19. In particolare, si presentano i risultati di interviste condotte agli studenti con Bisogni Formativi Speciali di tre Atenei e relativi ai 4 mesi di sospensione delle attività didattiche in presenza: Università «Ca’ Foscari» di Venezia, Università di Brescia, Università di Salerno. Le risposte degli studenti intervistati restituiscono giudizi prevalentemente positivi sull’esperienza della DaD, ma evidenziano anche alcune difficoltà, tra cui quelle legate alla debolezza delle infrastrutture tecnologiche, ma anche ad aspetti sociali ed emotivi imputabili alla mancanza di relazioni faccia a faccia con i docenti e con i pari. Gli autori riportano criticità e spunti utili a migliorare l’offerta formativa delle prossime fasi di formazione — che sarà nella maggior parte dei casi «mista» — con il proposito di mettere a fuoco le specificità locali delle tre università, ma anche gli aspetti trasversali che i risultati delle interviste evidenziano. Gli spunti di miglioramento sono ritenuti opportuni e con una ricaduta positiva immediata sia per gli studenti con disabilità e con DSA sia per tutta l’utenza studentesca universitaria.
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