L’impiego in architettura di elementi decorativi composti da materiale ceramico per la realizzazione di pavimentazioni o rivestimenti murali ha origini remote e ha trovato un largo impiego nel corso dei secoli. Per la loro natura, tali rivestimenti hanno costituito singolari occasioni di espressione artistica: in essi, infatti, il gioco ornamentale delle forme del singolo elemento ceramico si intreccia alla ricerca cromatica, nella multiforme e variegata composizione di motivi astratti e spesso spiccatamente geometrici. Nell’ambito della produzione italiana, particolare interesse riveste la ceramica vietrese: di antica tradizione, essa si afferma definitivamente nel Settecento, quando la tavolozza si arricchisce di nuovi colori e gli artigiani vietresi cominciano a esportare i propri prodotti in altre regioni. Nell’Ottocento si diffondono poi le cosiddette riggiole, mattonelle per rivestimenti pavimentali e parietali, di norma quadrate, che prestano la propria superficie a decori di varia natura. Il presente contributo rivolge l’attenzione al corpus di piastrelle maiolicate il cui disegno, generalmente a motivi geometrici, mostra un susseguirsi di forme che richiamano, nella reiterazione del modulo base, un’arte decorativa che trova nella struttura geometrico–matematica la propria logica compositiva. Sostrato comune con altre forme artistiche, quali le decorazioni tessili o dei papier peint, in cui l’esplorazione artistica intuitivamente esplora le regole delle trasformazioni isomorfe piane. Ne deriva un repertorio figurativo del quale vengono esplorate le differenti composizioni, mettendo in luce – attraverso indagini grafiche – moduli e regole aggregative dei tracciati geometrici che, come orditure sottese, definiscono il disegno complessivo delle superfici decorative.

Tracciati geometrici nei decori della ceramica vietrese

Barbara Messina
2019-01-01

Abstract

L’impiego in architettura di elementi decorativi composti da materiale ceramico per la realizzazione di pavimentazioni o rivestimenti murali ha origini remote e ha trovato un largo impiego nel corso dei secoli. Per la loro natura, tali rivestimenti hanno costituito singolari occasioni di espressione artistica: in essi, infatti, il gioco ornamentale delle forme del singolo elemento ceramico si intreccia alla ricerca cromatica, nella multiforme e variegata composizione di motivi astratti e spesso spiccatamente geometrici. Nell’ambito della produzione italiana, particolare interesse riveste la ceramica vietrese: di antica tradizione, essa si afferma definitivamente nel Settecento, quando la tavolozza si arricchisce di nuovi colori e gli artigiani vietresi cominciano a esportare i propri prodotti in altre regioni. Nell’Ottocento si diffondono poi le cosiddette riggiole, mattonelle per rivestimenti pavimentali e parietali, di norma quadrate, che prestano la propria superficie a decori di varia natura. Il presente contributo rivolge l’attenzione al corpus di piastrelle maiolicate il cui disegno, generalmente a motivi geometrici, mostra un susseguirsi di forme che richiamano, nella reiterazione del modulo base, un’arte decorativa che trova nella struttura geometrico–matematica la propria logica compositiva. Sostrato comune con altre forme artistiche, quali le decorazioni tessili o dei papier peint, in cui l’esplorazione artistica intuitivamente esplora le regole delle trasformazioni isomorfe piane. Ne deriva un repertorio figurativo del quale vengono esplorate le differenti composizioni, mettendo in luce – attraverso indagini grafiche – moduli e regole aggregative dei tracciati geometrici che, come orditure sottese, definiscono il disegno complessivo delle superfici decorative.
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