Lo studio di un fenomeno, la paura del potere di firma, ha portato a rinvenirne le sue cause nel procedimento penale come sanzione. Di fronte ad un tale assunto si è trattato, allora, di rinvenirne le strategie di contrasto che, razionalmente, oltre a garantire libere scelte d'azione amministrativa pubblica al riparo da un rischio solidaristico di illiceità penale, potessero anche assicurare affidabili condizioni di investimento per attori economici al riparo da ineffettivi controlli penali in cui appare evidente il protagonismo della norma centrale nella sistematica dei reati contro la pubblica amministrazione, l'art. 323 c.p.. In un tale scenario, con l'ausilio di risposte già presenti nell'ordinamento, assunte quale tertium comparationis - l'ordine di custodia cautelare ovvero il dialogo competitivo - lo studio perviene ad una proposta de lege ferenda che, anche in conseguenza della recente riforma dell'art. 323 c.p., consente di affermare in una riforma della riforma come un recupero di efficienza nell'attività degli agenti pubblici, liberi dalla paura di agire, possa essere raggiunto solo attraverso una tutela dei valori solidaristici di riferimento assicurata non più da una incriminazione, ma da una nuova idea di giustificazione che nel nuovo statuto penale delle scriminante è stata pure autorevolmente definita come procedurale.

SPAZIO LIBERO DALL’ILLECITO ED EFFICIENZA DELL’AZIONE AMMINISTRATIVA PUBBLICA: LE RAGIONI DELLA POLITICA CRIMINALE.

Sessa
2020-01-01

Abstract

Lo studio di un fenomeno, la paura del potere di firma, ha portato a rinvenirne le sue cause nel procedimento penale come sanzione. Di fronte ad un tale assunto si è trattato, allora, di rinvenirne le strategie di contrasto che, razionalmente, oltre a garantire libere scelte d'azione amministrativa pubblica al riparo da un rischio solidaristico di illiceità penale, potessero anche assicurare affidabili condizioni di investimento per attori economici al riparo da ineffettivi controlli penali in cui appare evidente il protagonismo della norma centrale nella sistematica dei reati contro la pubblica amministrazione, l'art. 323 c.p.. In un tale scenario, con l'ausilio di risposte già presenti nell'ordinamento, assunte quale tertium comparationis - l'ordine di custodia cautelare ovvero il dialogo competitivo - lo studio perviene ad una proposta de lege ferenda che, anche in conseguenza della recente riforma dell'art. 323 c.p., consente di affermare in una riforma della riforma come un recupero di efficienza nell'attività degli agenti pubblici, liberi dalla paura di agire, possa essere raggiunto solo attraverso una tutela dei valori solidaristici di riferimento assicurata non più da una incriminazione, ma da una nuova idea di giustificazione che nel nuovo statuto penale delle scriminante è stata pure autorevolmente definita come procedurale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4754316
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