Le indagini archeologiche nel sito della Piana di S. Martino, dirette dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell‘Emilia Romagna, attualmente nelle persone delle dott.sse Daniela Locatelli e Roberta Conversi, e svolte sul campo dai volontari della locale Associazione Archeologica Pandora a partire dagli anni ‘90, hanno consentito di individuare due fasi di vita dell’insediamento: una è collocabile in età pre e protostorica, la seconda ebbe inizio in età tardoantica e si articolò lungo l‘arco di tutto il Medioevo. Davvero interessanti si sono rivelati i materiali relativi alle fasi tardoantiche dell’area abitativa, rinvenuti in particolare nelle trincee di fondazione o in strati riconducibili alle fasi d’impianto dell’insediamento tardoantico. Nonostante le attestazioni non siano molto consistenti dal punto di vista quantitativo, sono però estremamente importanti dal punto di vista documentario. Si tratta infatti di alcuni contesti nei quali, in associazione a manufatti ceramici in impasto grezzo, in maggior parte forme chiuse, che ben si inseriscono nella cultura materiale documentata nei contesti coevi della valle e risultano pienamente confrontabili con reperti di analoga cronologia provenienti da altri siti dell’Italia Settentrionale, troviamo buona testimonianza sia della presenza di manufatti in ceramica invetriata in monocottura analogamente diffusi sia dell’arrivo di esemplari di terra sigillata di provenienza africana, a tutt’oggi non altrimenti attestati nel territorio piacentino. L’analisi dei reperti, conservati presso il Museo Archeologico della Val Tidone, dovrà essere ulteriormente precisata con l’avanzare delle indagini nel sito e con il proseguire degli studi sui materiali rinvenuti. Tuttavia, alla luce di questi dati preliminari, si propongono alcune prime considerazioni sull’articolazione delle produzioni ceramiche a diffusione locale e sul loro rapporto con i manufatti d’importazione.

Associazioni ceramiche dai contesti tardoantichi della Piana di S. Martino, Pianello Val Tidone (PC): risultati preliminari

BOLZONI G
;
2015-01-01

Abstract

Le indagini archeologiche nel sito della Piana di S. Martino, dirette dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell‘Emilia Romagna, attualmente nelle persone delle dott.sse Daniela Locatelli e Roberta Conversi, e svolte sul campo dai volontari della locale Associazione Archeologica Pandora a partire dagli anni ‘90, hanno consentito di individuare due fasi di vita dell’insediamento: una è collocabile in età pre e protostorica, la seconda ebbe inizio in età tardoantica e si articolò lungo l‘arco di tutto il Medioevo. Davvero interessanti si sono rivelati i materiali relativi alle fasi tardoantiche dell’area abitativa, rinvenuti in particolare nelle trincee di fondazione o in strati riconducibili alle fasi d’impianto dell’insediamento tardoantico. Nonostante le attestazioni non siano molto consistenti dal punto di vista quantitativo, sono però estremamente importanti dal punto di vista documentario. Si tratta infatti di alcuni contesti nei quali, in associazione a manufatti ceramici in impasto grezzo, in maggior parte forme chiuse, che ben si inseriscono nella cultura materiale documentata nei contesti coevi della valle e risultano pienamente confrontabili con reperti di analoga cronologia provenienti da altri siti dell’Italia Settentrionale, troviamo buona testimonianza sia della presenza di manufatti in ceramica invetriata in monocottura analogamente diffusi sia dell’arrivo di esemplari di terra sigillata di provenienza africana, a tutt’oggi non altrimenti attestati nel territorio piacentino. L’analisi dei reperti, conservati presso il Museo Archeologico della Val Tidone, dovrà essere ulteriormente precisata con l’avanzare delle indagini nel sito e con il proseguire degli studi sui materiali rinvenuti. Tuttavia, alla luce di questi dati preliminari, si propongono alcune prime considerazioni sull’articolazione delle produzioni ceramiche a diffusione locale e sul loro rapporto con i manufatti d’importazione.
2015
9788878490949
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