Alle soglie del terzo decennio del XXI secolo riflettere ancora sulla libertà di mandato per certi versi può sembrare anacronistico. Infatti il principio liberale del divieto di mandato imperativo, anche se per lo più costituzionalizzato, è stato reinterpretato in senso restrittivo da quando i partiti politici si sono proposti quali intermediari tra rappresentanti e rappresentati, istituzioni e cittadini, sicché si potrebbe persino supporre che il principio sia già morto e sepolto da più di un secolo a causa della ferrea disciplina imposta dai partiti stessi ai rappresentanti del popolo. Intanto, poi, il cd. Stato dei partiti, definizione comunemente usata come sinonimo dello Stato di democrazia parlamentare, è andato in crisi. Il più recente sviluppo della crisi del moderno Stato rappresentativo sembra legato ai cambiamenti sociali dovuti alla rapida e apparentemente inarrestabile espansione della tecnologia digitale. Nel contesto della crisi della rappresentanza è emerso il fenomeno del transfughismo politico-parlamentare, cioè il frequente cambio di partito politico di appartenenza e relativo gruppo parlamentare da parte dei rappresentanti eletti, che costituisce un problema molto avvertito in diversi ordinamenti, tra i quali Italia e Spagna. Vari sono i rimedi possibili, come si evince dall’indagine comparata, ma resta un’incognita la loro efficacia nel lungo periodo, tenendo conto che il transfughismo nelle società post-ideologiche parrebbe essere legato alla progressiva disgregazione dei corpi intermedi, la quale, a sua volta, sembra trovare una delle sue cause nella travolgente avanzata della “disintermediazione” digitale.
Rappresentanza politica e libertà di mandato nell'era della "disintermediazione" digitale
Tullio Fenucci
2021-01-01
Abstract
Alle soglie del terzo decennio del XXI secolo riflettere ancora sulla libertà di mandato per certi versi può sembrare anacronistico. Infatti il principio liberale del divieto di mandato imperativo, anche se per lo più costituzionalizzato, è stato reinterpretato in senso restrittivo da quando i partiti politici si sono proposti quali intermediari tra rappresentanti e rappresentati, istituzioni e cittadini, sicché si potrebbe persino supporre che il principio sia già morto e sepolto da più di un secolo a causa della ferrea disciplina imposta dai partiti stessi ai rappresentanti del popolo. Intanto, poi, il cd. Stato dei partiti, definizione comunemente usata come sinonimo dello Stato di democrazia parlamentare, è andato in crisi. Il più recente sviluppo della crisi del moderno Stato rappresentativo sembra legato ai cambiamenti sociali dovuti alla rapida e apparentemente inarrestabile espansione della tecnologia digitale. Nel contesto della crisi della rappresentanza è emerso il fenomeno del transfughismo politico-parlamentare, cioè il frequente cambio di partito politico di appartenenza e relativo gruppo parlamentare da parte dei rappresentanti eletti, che costituisce un problema molto avvertito in diversi ordinamenti, tra i quali Italia e Spagna. Vari sono i rimedi possibili, come si evince dall’indagine comparata, ma resta un’incognita la loro efficacia nel lungo periodo, tenendo conto che il transfughismo nelle società post-ideologiche parrebbe essere legato alla progressiva disgregazione dei corpi intermedi, la quale, a sua volta, sembra trovare una delle sue cause nella travolgente avanzata della “disintermediazione” digitale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.