Nata in Mesopotamia, la favola antica fiorì nel mondo greco-romano, ai margini della cultura alta delle classi superiori, come particolare genere letterario dove si depositò la visione del mondo e della vita maturata dagli schiavi attraverso i secoli. Con i suoi messaggi asciutti, la favola esopica ci dice che sono le questioni cruciali dell’esistenza – vincere o perdere, pensare o agire al momento giusto, saper giocare di forza o d’astuzia – quelle che occupano la mente di quanti sono costretti a lavorare, ovvero dei ceti subalterni, che nelle società antiche erano prevalentemente gli schiavi. La morale che viene fuori dalla favolistica greca e latina, quella che La Penna chiama «la sapienza degli schiavi», è dominata da un’amara rassegnazione: nel mondo degli uomini non vi è alcun intervento della divinità, e il potere è nelle mani dei più forti, dei più violenti, dei più astuti, non dei più giusti. L’astuzia, l’abilità, l’energia servono solo per sopravvivere in un mondo siffatto, ed è illusoria ogni speranza di mutarne le leggi fondamentali. La favola esopica, sebbene priva di qualunque connotato rivoluzionario, fu un passo decisivo nel distacco dalla cultura religiosa e nell’elaborazione di una cultura laica popolare. La raccolta degli scritti di La Penna sulla tradizione esopica in Grecia e a Roma, ad opera di Giovanni Niccoli e Stefano Grazzini, conferma ancora una volta il valore dei classici come strumento per affrontare le sfide e i cambiamenti del nostro tempo.
La favola antica. Esopo e la sapienza degli schiavi. Con una bibliografia degli scritti dell’autore (1995-2021)
	
	
	
		
		
		
		
		
	
	
	
	
	
	
	
	
		
		
		
		
		
			
			
			
		
		
		
		
			
			
				
				
					
					
					
					
						
						
							
							
						
					
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
			
			
		
			
			
				
				
					
					
					
					
						
							
						
						
					
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
			
			
		
			
			
				
				
					
					
					
					
						
						
							
							
						
					
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
			
			
		
		
		
		
	
Stefano Grazzini
;
	
		
		
	
			2021
Abstract
Nata in Mesopotamia, la favola antica fiorì nel mondo greco-romano, ai margini della cultura alta delle classi superiori, come particolare genere letterario dove si depositò la visione del mondo e della vita maturata dagli schiavi attraverso i secoli. Con i suoi messaggi asciutti, la favola esopica ci dice che sono le questioni cruciali dell’esistenza – vincere o perdere, pensare o agire al momento giusto, saper giocare di forza o d’astuzia – quelle che occupano la mente di quanti sono costretti a lavorare, ovvero dei ceti subalterni, che nelle società antiche erano prevalentemente gli schiavi. La morale che viene fuori dalla favolistica greca e latina, quella che La Penna chiama «la sapienza degli schiavi», è dominata da un’amara rassegnazione: nel mondo degli uomini non vi è alcun intervento della divinità, e il potere è nelle mani dei più forti, dei più violenti, dei più astuti, non dei più giusti. L’astuzia, l’abilità, l’energia servono solo per sopravvivere in un mondo siffatto, ed è illusoria ogni speranza di mutarne le leggi fondamentali. La favola esopica, sebbene priva di qualunque connotato rivoluzionario, fu un passo decisivo nel distacco dalla cultura religiosa e nell’elaborazione di una cultura laica popolare. La raccolta degli scritti di La Penna sulla tradizione esopica in Grecia e a Roma, ad opera di Giovanni Niccoli e Stefano Grazzini, conferma ancora una volta il valore dei classici come strumento per affrontare le sfide e i cambiamenti del nostro tempo.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
| LA PENNA_Grazzini_Niccoli_Favola antica_definitivo.pdf embargo fino al 01/01/2041 
											Tipologia:
											Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
										 
											Licenza:
											
											
												Copyright dell'editore
												
												
												
											
										 
										Dimensione
										4.22 MB
									 
										Formato
										Adobe PDF
									 | 4.22 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia | 
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


