La sindrome compartimentale cronica da sforzo è un’entità clinica sotto-diagnosticata, caratterizzata da dolore che insorge durante l’esercizio fisico. I sintomi migliorano notevolmente con il riposo. La gamba è il distretto maggiormente coinvolto. Il disturbo è solitamente bilaterale e interessa tipicamente giovani atleti. I meccanismi patogenetici sono ancora poco noti e, sebbene l’attenzione sia rivolta ad alterazioni della perfusione ematica, ciò non è universalmente condiviso né come meccanismo patogenetico di per sé né come unico meccanismo di insorgenza della sintomatologia dolorosa. Il processo diagnostico è particolarmente complesso. L’anamnesi è spesso fondamentale, mentre l’esame clinico è poco specifico e a volte insufficiente, soprattutto se condotto a riposo. Per la diagnosi differenziale vengono eseguiti esami di imaging. Il mezzo diagnostico più valido è la misurazione diretta della pressione intracompartimentale. Le opzioni terapeutiche prevedono trattamenti comportamentali, conservativi e chirurgici. Quest’ultimo, rappresentato da fasciotomia, è sicuro ed efficace nella maggior parte dei casi, consentendo la ripresa dell’attività fisica a ottimi livelli.

La sindrome compartimentale cronica da sforzo della gamba. Una diagnosi difficile e spesso dimenticata

Daria Nurzynska;Stefania Montagnani
2015-01-01

Abstract

La sindrome compartimentale cronica da sforzo è un’entità clinica sotto-diagnosticata, caratterizzata da dolore che insorge durante l’esercizio fisico. I sintomi migliorano notevolmente con il riposo. La gamba è il distretto maggiormente coinvolto. Il disturbo è solitamente bilaterale e interessa tipicamente giovani atleti. I meccanismi patogenetici sono ancora poco noti e, sebbene l’attenzione sia rivolta ad alterazioni della perfusione ematica, ciò non è universalmente condiviso né come meccanismo patogenetico di per sé né come unico meccanismo di insorgenza della sintomatologia dolorosa. Il processo diagnostico è particolarmente complesso. L’anamnesi è spesso fondamentale, mentre l’esame clinico è poco specifico e a volte insufficiente, soprattutto se condotto a riposo. Per la diagnosi differenziale vengono eseguiti esami di imaging. Il mezzo diagnostico più valido è la misurazione diretta della pressione intracompartimentale. Le opzioni terapeutiche prevedono trattamenti comportamentali, conservativi e chirurgici. Quest’ultimo, rappresentato da fasciotomia, è sicuro ed efficace nella maggior parte dei casi, consentendo la ripresa dell’attività fisica a ottimi livelli.
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