Il periodo “ibrido” post-pandemico ha richiesto a ciascun individuo capacità risolutive e resilienti insieme a una personale riconfigurazione del proprio ruolo in relazione al sé, all’altro e alla comunità. In questo scenario la didattica, in quanto scienza della progettazione (Laurillard, 2014), ha rimodulato i propri paradigmi costitutivi per promuovere, anche a distanza, una co-partecipazione attiva e vicariante (Berthoz, 2015) degli attori coinvolti nel processo di insegnamento-apprendimento, in grado di rifuggire la deriva trasmissiva a sostegno di una visione non lineare, creativa e inclusiva della conoscenza. Il modello di formazione, implementato nel corso di quest’anno, strutturatosi nel CReAP+T Method (Corporeità Creatività Relazione Emozione e Azione Performatività + Tecnologia), ha inteso promuovere, seppur nella distanza, attraverso l’azione dell’inibizione creatrice (Berthoz, 2020), una didattica efficace, nell’implementazione di pratiche attoriali, quali il training corporeo, il loop di feedback autopoietico (Fischer-Lichte, 2014) e l’azione performativa, incentrate su un approccio dialogico e partecipativo, per la costruzione di un orizzonte di senso verso una cittadinanza attiva. Il Teatro è da sempre luogo di esplorazione del sé verso l’alterità (De Marinis, 2011), spazio di relazione per attraversare le nostre frontiere (Grotowski, 1965), in cui il rispecchiarsi nell’altro e il risuonare con l’altro aprono alla visione intersoggettiva e collettiva sostanziando esperienze trasformative (Mezirow, 2003) per un nuovo umanesimo.
Buone pratiche teatrali: potenziali spazi di risonanza per un protagonismo riflessivo e co-partecipativo
Minghelli, V.
2021-01-01
Abstract
Il periodo “ibrido” post-pandemico ha richiesto a ciascun individuo capacità risolutive e resilienti insieme a una personale riconfigurazione del proprio ruolo in relazione al sé, all’altro e alla comunità. In questo scenario la didattica, in quanto scienza della progettazione (Laurillard, 2014), ha rimodulato i propri paradigmi costitutivi per promuovere, anche a distanza, una co-partecipazione attiva e vicariante (Berthoz, 2015) degli attori coinvolti nel processo di insegnamento-apprendimento, in grado di rifuggire la deriva trasmissiva a sostegno di una visione non lineare, creativa e inclusiva della conoscenza. Il modello di formazione, implementato nel corso di quest’anno, strutturatosi nel CReAP+T Method (Corporeità Creatività Relazione Emozione e Azione Performatività + Tecnologia), ha inteso promuovere, seppur nella distanza, attraverso l’azione dell’inibizione creatrice (Berthoz, 2020), una didattica efficace, nell’implementazione di pratiche attoriali, quali il training corporeo, il loop di feedback autopoietico (Fischer-Lichte, 2014) e l’azione performativa, incentrate su un approccio dialogico e partecipativo, per la costruzione di un orizzonte di senso verso una cittadinanza attiva. Il Teatro è da sempre luogo di esplorazione del sé verso l’alterità (De Marinis, 2011), spazio di relazione per attraversare le nostre frontiere (Grotowski, 1965), in cui il rispecchiarsi nell’altro e il risuonare con l’altro aprono alla visione intersoggettiva e collettiva sostanziando esperienze trasformative (Mezirow, 2003) per un nuovo umanesimo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.