E' più che noto l'enorme ostracismo che le donne hanno lungamente subito prima di riuscire ad entrare sulla scena della storia politica e culturale, per far ascoltare la loro voce e il loro pensiero. Sappiamo anche con quante difficoltà esse hanno contribuito attraverso la scrittura a sciogliere il nodo relativo alla differenza sessuale, un nodo storicamente teso tra rivendicazione dell'uguaglianza e riconoscimento della differenza. Si sbaglierebbe a credere che questo ‘nodo' riguardi solo le donne: esso attraversa tutta la sfera dell'esistenza umana - maschile e femminile - e, dunque, riguarda la politica, la teologia e tutti i saperi scientifici e umanistici. Ai margini di una cultura patriarcale dominante dove il "canone" è stato e ha continuato ad essere falsamente neutro ed universale, le donne hanno faticato a trovare un loro posto nel mondo che non fosse già stabilito da altri. Il sapere filosofico non è soltanto un mero strumento di pensiero, ma anche un vero e proprio sistema di dominio e di potere, che ha come sue prime vittime le donne. Escluse "per natura" dall'alto logos della filosofia e dalle faccende pubbliche e politiche, alle donne è stata imposta la dimensione privata dell'esistenza, propria e altrui. Con questo essere relegate o sepolte in una dimensione muta dell'esistenza, alle donne è stato preclusa la partecipazione al processo di soggettivazione e di autonomia che tutta la storia della filosofia, da Platone in poi, ha riconosciuto come elemento necessario per un pieno dispiegamento dell'umano.

La presenza assente delle donne nella storia della filosofia

TARANTINO, STEFANIA
2011-01-01

Abstract

E' più che noto l'enorme ostracismo che le donne hanno lungamente subito prima di riuscire ad entrare sulla scena della storia politica e culturale, per far ascoltare la loro voce e il loro pensiero. Sappiamo anche con quante difficoltà esse hanno contribuito attraverso la scrittura a sciogliere il nodo relativo alla differenza sessuale, un nodo storicamente teso tra rivendicazione dell'uguaglianza e riconoscimento della differenza. Si sbaglierebbe a credere che questo ‘nodo' riguardi solo le donne: esso attraversa tutta la sfera dell'esistenza umana - maschile e femminile - e, dunque, riguarda la politica, la teologia e tutti i saperi scientifici e umanistici. Ai margini di una cultura patriarcale dominante dove il "canone" è stato e ha continuato ad essere falsamente neutro ed universale, le donne hanno faticato a trovare un loro posto nel mondo che non fosse già stabilito da altri. Il sapere filosofico non è soltanto un mero strumento di pensiero, ma anche un vero e proprio sistema di dominio e di potere, che ha come sue prime vittime le donne. Escluse "per natura" dall'alto logos della filosofia e dalle faccende pubbliche e politiche, alle donne è stata imposta la dimensione privata dell'esistenza, propria e altrui. Con questo essere relegate o sepolte in una dimensione muta dell'esistenza, alle donne è stato preclusa la partecipazione al processo di soggettivazione e di autonomia che tutta la storia della filosofia, da Platone in poi, ha riconosciuto come elemento necessario per un pieno dispiegamento dell'umano.
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