Il contributo si propone di produrre un’introduzione sistematica e meditata ad alcune premesse fondamentali della semantica di Giovanni Buridano, il famoso maestro che insegnò all’università di Parigi nel XIV secolo. Inizialmente, l’attenzione è posta sulla cosiddetta dottrina dei “livelli linguistici”, la quale prevede il riconoscimento di tre tipologie divergenti di oratio (scritta, vocale e mentale), e ai parallelismi di tipo semantico, e non sintattico, sussistenti tra di essi. Proseguendo su questa scia, viene trattata la differenza tra termini significativi ad placitum e naturaliter, e si riflette – non senza allusioni alla cultura contemporanea – sui divergenti meccanismi impositivo-istitutivi descritti dal maestro piccardo, che condurrebbero all’istituzione e all’elaborazione di nuove tipologie di linguaggio. Successivamente, il focus è posto sulla rielaborazione originale – proposta nei primi paragrafi del De suppositionibus – della nozione di significatio, che viene non soltanto ad assumere una predisposizione cognitivo-intensionale, ma si configura come un processo che, insediandosi nelle normali dinamiche comunicative, può dirsi compiuto soltanto quando c’è un reale intendimento tra le parti. Nelle pagine conclusive, inoltre, viene evidenziata la profonda coerenza di buona parte dei contenuti della semantica buridanea con questa impostazione di base.

Le premesse fondamentali della semantica di Giovanni Buridano: dalla caratterizzazione dei tre livelli linguistici alla predisposizione cognitiva della "significatio"

Simone Luigi Migliaro
2021-01-01

Abstract

Il contributo si propone di produrre un’introduzione sistematica e meditata ad alcune premesse fondamentali della semantica di Giovanni Buridano, il famoso maestro che insegnò all’università di Parigi nel XIV secolo. Inizialmente, l’attenzione è posta sulla cosiddetta dottrina dei “livelli linguistici”, la quale prevede il riconoscimento di tre tipologie divergenti di oratio (scritta, vocale e mentale), e ai parallelismi di tipo semantico, e non sintattico, sussistenti tra di essi. Proseguendo su questa scia, viene trattata la differenza tra termini significativi ad placitum e naturaliter, e si riflette – non senza allusioni alla cultura contemporanea – sui divergenti meccanismi impositivo-istitutivi descritti dal maestro piccardo, che condurrebbero all’istituzione e all’elaborazione di nuove tipologie di linguaggio. Successivamente, il focus è posto sulla rielaborazione originale – proposta nei primi paragrafi del De suppositionibus – della nozione di significatio, che viene non soltanto ad assumere una predisposizione cognitivo-intensionale, ma si configura come un processo che, insediandosi nelle normali dinamiche comunicative, può dirsi compiuto soltanto quando c’è un reale intendimento tra le parti. Nelle pagine conclusive, inoltre, viene evidenziata la profonda coerenza di buona parte dei contenuti della semantica buridanea con questa impostazione di base.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4778164
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