Nel Novecento, sulla curvatura dell’osservazione sperimentale della natura, si colloca il romanzo "Bestie" di Federigo Tozzi. L’opera rivela una narrazione ricca di partecipata tensione a scoprire il mistero del perché le cose siano così come sono, lasciando inalterato l’inconoscibile che la sua prosa non riesce a rendere conosciuto. La difficoltà di lasciar affiorare con chiarezza le ragioni dei singoli momenti esisten- ziali non è dissolta neppure con l’intervento di una bestia che arricchisce e complica col suo vitalismo inquietante, metafora dell’umano, la fragilità della coscienza: la conquista dell’autocoscienza è uno sforzo di titanismo infecondo.
Tozzi: «Bestie» tra scienza e coscienza
IRENE CHIRICO
2021-01-01
Abstract
Nel Novecento, sulla curvatura dell’osservazione sperimentale della natura, si colloca il romanzo "Bestie" di Federigo Tozzi. L’opera rivela una narrazione ricca di partecipata tensione a scoprire il mistero del perché le cose siano così come sono, lasciando inalterato l’inconoscibile che la sua prosa non riesce a rendere conosciuto. La difficoltà di lasciar affiorare con chiarezza le ragioni dei singoli momenti esisten- ziali non è dissolta neppure con l’intervento di una bestia che arricchisce e complica col suo vitalismo inquietante, metafora dell’umano, la fragilità della coscienza: la conquista dell’autocoscienza è uno sforzo di titanismo infecondo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.