La recente legislazione penale si caratterizza per un completo stravolgimento del diritto penale del fatto verso forme di diritto penale d’autore, come dimostra la criminalizzazione di categorie di soggetti ai margini della società. Un tale meccanismo, che si traduce in un marcato aggiramento dei principi costituzionali in materia penale, è il frutto di numerosi fattori. Un ruolo significativo viene svolto da alcuni programmi televisivi che per ragioni di share e, dunque, per il conseguimento degli introiti connessi alla pubblicità sempre più invasiva, non esitano a sfruttare determinati avvenimenti criminosi ampliandone la portata e, per molti versi, distorcendo la realtà attraverso la drammatizzazione e la spettacolarizzazione degli eventi. Discende da ciò un’amplificazione delle paure della collettività che chiede risposte sempre più drastiche. Il legislatore, d’altro canto, anziché intervenire alla radice del problema asseconda le istanze populistiche e di fatto vulnera gli spazi di libertà delle persone attraverso interventi, tutto sommato, carenti di effettività. In una prospettiva di riforma occorre recuperare le indicazioni costituzionali che rifiutano qualunque impostazione funzionale a criminalizzare il modo di essere dell’individuo, ma ancorano la sanzione penale a fatti offensivi di beni giuridici meritevoli della repressione penale mediante sanzioni proporzionate e non viziate sul terreno della ragionevolezza. Particolare importanza assume, in una tale ottica, il ruolo della Corte costituzionale.

Il contributo del binomio talk show/pubblicità alla deriva ‘panpopulistica’ del diritto penale.

TELESCA Mariangela
2022-01-01

Abstract

La recente legislazione penale si caratterizza per un completo stravolgimento del diritto penale del fatto verso forme di diritto penale d’autore, come dimostra la criminalizzazione di categorie di soggetti ai margini della società. Un tale meccanismo, che si traduce in un marcato aggiramento dei principi costituzionali in materia penale, è il frutto di numerosi fattori. Un ruolo significativo viene svolto da alcuni programmi televisivi che per ragioni di share e, dunque, per il conseguimento degli introiti connessi alla pubblicità sempre più invasiva, non esitano a sfruttare determinati avvenimenti criminosi ampliandone la portata e, per molti versi, distorcendo la realtà attraverso la drammatizzazione e la spettacolarizzazione degli eventi. Discende da ciò un’amplificazione delle paure della collettività che chiede risposte sempre più drastiche. Il legislatore, d’altro canto, anziché intervenire alla radice del problema asseconda le istanze populistiche e di fatto vulnera gli spazi di libertà delle persone attraverso interventi, tutto sommato, carenti di effettività. In una prospettiva di riforma occorre recuperare le indicazioni costituzionali che rifiutano qualunque impostazione funzionale a criminalizzare il modo di essere dell’individuo, ma ancorano la sanzione penale a fatti offensivi di beni giuridici meritevoli della repressione penale mediante sanzioni proporzionate e non viziate sul terreno della ragionevolezza. Particolare importanza assume, in una tale ottica, il ruolo della Corte costituzionale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4804021
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