La creazione di matrice giurisprudenziale dell’ipotesi generale di concorso esterno, non prevista espressamente dal legislatore, rischia, come posto in risalto dalla dottrina, di collidere inevitabilmente con il principio di stretta legalità, a causa dei possibili aggiramenti del principio di tassatività-determinatezza dell’illecito penale e più in generale della tipicità penalistica. Il contributo si sofferma, in particolare, sulla ‘prevedibilità’ dell’incriminazione, che finisce per svolgere un fondamentale ruolo – oltre che sul piano della certezza del diritto – di contenimento del rischio di espansionismo giurisprudenziale e di ‘immanente tensione’, connesso al rapporto tra interpretazione prasseologica e principio di legalità. La condizione della conoscenza preventiva da parte del reo, come richiesta dalla Corte EDU (in tale ottica viene analizzato il c.d. caso Contrada), consente – seppure in modo non risolutivo – di limitare o, almeno, di incanalare entro determinati confini l’operato della giurisprudenza.

‘Diritto vivente’, principio di determinatezza e prevedibilità dell’incriminazione: l’esempio del caso Contrada.

TELESCA Mariangela
2020-01-01

Abstract

La creazione di matrice giurisprudenziale dell’ipotesi generale di concorso esterno, non prevista espressamente dal legislatore, rischia, come posto in risalto dalla dottrina, di collidere inevitabilmente con il principio di stretta legalità, a causa dei possibili aggiramenti del principio di tassatività-determinatezza dell’illecito penale e più in generale della tipicità penalistica. Il contributo si sofferma, in particolare, sulla ‘prevedibilità’ dell’incriminazione, che finisce per svolgere un fondamentale ruolo – oltre che sul piano della certezza del diritto – di contenimento del rischio di espansionismo giurisprudenziale e di ‘immanente tensione’, connesso al rapporto tra interpretazione prasseologica e principio di legalità. La condizione della conoscenza preventiva da parte del reo, come richiesta dalla Corte EDU (in tale ottica viene analizzato il c.d. caso Contrada), consente – seppure in modo non risolutivo – di limitare o, almeno, di incanalare entro determinati confini l’operato della giurisprudenza.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4804035
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