I danni causati dalle tempeste estreme sulle coste possono essere fortemente ridotti da un adeguato sistema di allarme, cosa oggi possibile grazie ai numerosi enti che producono previsioni del tempo e dello stato del mare. Realizzare tale compito è tuttavia difficile in un mare chiuso o semichiuso come il Mediterraneo, dove le distanze e quindi i tempi di preavviso sono molto minori che nell’oceano. L’obiettivo di questo articolo è quello di valutare la fattibilità di un sistema di allarme per la previsione del danno costiero, ed in particolare di quello causato dall’allagamento. Come caso di studio è stato preso quello dell’uragano “Zorbas”, una tempesta che ha colpito principalmente le coste orientali e meridionali della Sicilia negli ultimi giorni del settembre 2018. Molti centri abitati furono seriamente danneggiati, sia dall’azione delle onde, sia dagli allagamenti causati dall’innalzamento del livello dell’acqua. E’ stata quindi svolta un’analisi di area vasta utilizzando i dati di analisi del moto ondoso prodotti dall’ECMWF oltre che i dati di altezza d’acqua ricavati da altimetri satellitari e dall’unico mareografo in funzione nell’area. Per il calcolo del set-up, cioè dell’innalzamento dovuto ai bassi fondali è stata utilizzata un’equazione classica. Stimati dunque i parametri al momento di picco dell’evento, sono state fatte le stesse elaborazioni con dati di previsione- invece che di analisi. I risultati mostrano che elaborando correttamente le previsioni insieme ai dati satellitari e di mareografi, è possibile produrre un allarme tempestivo; c’è comunque un’ampia possibilità di miglioramento impiegando previsioni ad alta risoluzione come sono ormai disponibili attraverso vari enti istituzionali ed accademici. L’aspetto più importante, in ogni caso, è la necessità di una rete affidabile di sistemi di misura, sia dell’altezza d’onda, sia del livello idrico.

EXTREME SEA STORMS IN THE ITALIAN SEAS AND THEIR ACTION ON THE COAST: FORECASTING AND WARNING TECHNIQUES

Eugenio Pugliese Carratelli;Ferdinando Reale;Fabio Dentale;Angela Di Leo;
2019-01-01

Abstract

I danni causati dalle tempeste estreme sulle coste possono essere fortemente ridotti da un adeguato sistema di allarme, cosa oggi possibile grazie ai numerosi enti che producono previsioni del tempo e dello stato del mare. Realizzare tale compito è tuttavia difficile in un mare chiuso o semichiuso come il Mediterraneo, dove le distanze e quindi i tempi di preavviso sono molto minori che nell’oceano. L’obiettivo di questo articolo è quello di valutare la fattibilità di un sistema di allarme per la previsione del danno costiero, ed in particolare di quello causato dall’allagamento. Come caso di studio è stato preso quello dell’uragano “Zorbas”, una tempesta che ha colpito principalmente le coste orientali e meridionali della Sicilia negli ultimi giorni del settembre 2018. Molti centri abitati furono seriamente danneggiati, sia dall’azione delle onde, sia dagli allagamenti causati dall’innalzamento del livello dell’acqua. E’ stata quindi svolta un’analisi di area vasta utilizzando i dati di analisi del moto ondoso prodotti dall’ECMWF oltre che i dati di altezza d’acqua ricavati da altimetri satellitari e dall’unico mareografo in funzione nell’area. Per il calcolo del set-up, cioè dell’innalzamento dovuto ai bassi fondali è stata utilizzata un’equazione classica. Stimati dunque i parametri al momento di picco dell’evento, sono state fatte le stesse elaborazioni con dati di previsione- invece che di analisi. I risultati mostrano che elaborando correttamente le previsioni insieme ai dati satellitari e di mareografi, è possibile produrre un allarme tempestivo; c’è comunque un’ampia possibilità di miglioramento impiegando previsioni ad alta risoluzione come sono ormai disponibili attraverso vari enti istituzionali ed accademici. L’aspetto più importante, in ogni caso, è la necessità di una rete affidabile di sistemi di misura, sia dell’altezza d’onda, sia del livello idrico.
2019
9788897181712
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4805576
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