La previsione di dotazioni urbane territoriali e dei servizi (duts) deve necessariamente fondarsi su un bilancio fra domanda e offerta di dotazioni urbane. Tale bilancio andrebbe effettuato sulla base di scenari (di base, tendenziale, di progetto), costruiti in ragione di un processo partecipato tecnicamente guidato, contemplando alternative nella tipologia e distribuzione delle duts. Tale approccio favorirebbe per il ricorso alla multifunzionalità ed eterogeneità delle duts finalizzata, tra l’altro, all’elevazione della qualità ecologico-ambientale di città e territori mediante il mantenimento e l’incremento dei servizi ecosistemici. E se gran parte delle nuove duts, sulla base del principio di conformatività delle previsioni di attrezzature di uso pubblico, comporta che il relativo suolo rimanga di proprietà privata, è necessario, allora, definire anche una soglia minima di superficie pubblica (la città pubblica) da conservare e, se possibile, incrementare, anche in considerazione di un aggiornamento su base statistica delle quantità già normativamente previste. Prevedere una offerta di duts implica, inoltre, una valutazione di fattibilità, oltre che tecnica, anche economico-finanziaria, delle previsioni. Significa anche prevedere un loro controllo e revisione / aggiornamento, incardinandolo nel monitoraggio della procedura di VAS. Da non dimenticare, infine, le implicazioni giuridiche su carico urbanistico, modifica di destinazione di uso, opere di urbanizzazione, monetizzazione, etc. Occorre provare a spostare in avanti il dibattito, verso una proposta organica e operativa per il reale superamento della tradizionale concezione di standard urbanistico e la formulazione di proposte normative a livello nazionale e regionale, perseguendo una efficienza insediativa che sia quantitativamente misurabile.

Il futuro delle dotazioni urbane per l’efficienza insediativa nella transizione ecologica».

Valentina Adinolfi
Methodology
;
Isidoro Fasolino
Conceptualization
2022-01-01

Abstract

La previsione di dotazioni urbane territoriali e dei servizi (duts) deve necessariamente fondarsi su un bilancio fra domanda e offerta di dotazioni urbane. Tale bilancio andrebbe effettuato sulla base di scenari (di base, tendenziale, di progetto), costruiti in ragione di un processo partecipato tecnicamente guidato, contemplando alternative nella tipologia e distribuzione delle duts. Tale approccio favorirebbe per il ricorso alla multifunzionalità ed eterogeneità delle duts finalizzata, tra l’altro, all’elevazione della qualità ecologico-ambientale di città e territori mediante il mantenimento e l’incremento dei servizi ecosistemici. E se gran parte delle nuove duts, sulla base del principio di conformatività delle previsioni di attrezzature di uso pubblico, comporta che il relativo suolo rimanga di proprietà privata, è necessario, allora, definire anche una soglia minima di superficie pubblica (la città pubblica) da conservare e, se possibile, incrementare, anche in considerazione di un aggiornamento su base statistica delle quantità già normativamente previste. Prevedere una offerta di duts implica, inoltre, una valutazione di fattibilità, oltre che tecnica, anche economico-finanziaria, delle previsioni. Significa anche prevedere un loro controllo e revisione / aggiornamento, incardinandolo nel monitoraggio della procedura di VAS. Da non dimenticare, infine, le implicazioni giuridiche su carico urbanistico, modifica di destinazione di uso, opere di urbanizzazione, monetizzazione, etc. Occorre provare a spostare in avanti il dibattito, verso una proposta organica e operativa per il reale superamento della tradizionale concezione di standard urbanistico e la formulazione di proposte normative a livello nazionale e regionale, perseguendo una efficienza insediativa che sia quantitativamente misurabile.
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