Le figure di John Berger (1926-2017), Yves Bonnefoy (1923-2016) e Regis Debray (1940) appartengono ad una luminosa costellazione di autori – scrittori, poeti, filosofi – che hanno con indisciplinata perizia frequentato l’arte ed il suo doppio (le immagini), disegnando un’affascinante anatomia dell’occhio e della sua vorace proiezione sul mondo, lo sguardo. L’analisi di alcuni dei loro fondamentali scritti, che si muovono lungo i bordi della storia e della critica d’arte, rivela uno straordinario itinerario concettuale e poetico che tra parole ed immagini offre un modello esemplare di cultura visuale. Una comune attenzione per lo spazio visivo che Berger, Bonnefoy e Debray ­– assunti come paradigmi della nostra riflessione –, hanno dimostrato sin dagli anni Settanta del Novecento interrogando con continuità e profondità d’analisi i rapporti tra scrittura e pittura, immagini ed arte. Il presente contributo, seguendo le narrazioni visive di Berger, le osservazioni poetiche di Bonnefoy, insieme con la riflessione eretica di Debray, intende approfondire i discorsi e le idee, le ipotesi e le suggestioni emerse nei loro scritti che, pur ‘rinunciando’ a costruire sistemi metodologici ‘chiusi’, offrono un’ineludibile ed articolata narrazione del vedere, una particolare storia dello sguardo oscillante tra storia dell’arte e quotidianità.

Collezionisti di sguardi. Osservazioni su Berger, Bonnefoy e Debray

massimo maiorino
2021-01-01

Abstract

Le figure di John Berger (1926-2017), Yves Bonnefoy (1923-2016) e Regis Debray (1940) appartengono ad una luminosa costellazione di autori – scrittori, poeti, filosofi – che hanno con indisciplinata perizia frequentato l’arte ed il suo doppio (le immagini), disegnando un’affascinante anatomia dell’occhio e della sua vorace proiezione sul mondo, lo sguardo. L’analisi di alcuni dei loro fondamentali scritti, che si muovono lungo i bordi della storia e della critica d’arte, rivela uno straordinario itinerario concettuale e poetico che tra parole ed immagini offre un modello esemplare di cultura visuale. Una comune attenzione per lo spazio visivo che Berger, Bonnefoy e Debray ­– assunti come paradigmi della nostra riflessione –, hanno dimostrato sin dagli anni Settanta del Novecento interrogando con continuità e profondità d’analisi i rapporti tra scrittura e pittura, immagini ed arte. Il presente contributo, seguendo le narrazioni visive di Berger, le osservazioni poetiche di Bonnefoy, insieme con la riflessione eretica di Debray, intende approfondire i discorsi e le idee, le ipotesi e le suggestioni emerse nei loro scritti che, pur ‘rinunciando’ a costruire sistemi metodologici ‘chiusi’, offrono un’ineludibile ed articolata narrazione del vedere, una particolare storia dello sguardo oscillante tra storia dell’arte e quotidianità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4812937
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