In the last twenty years, anthropologists, archivists, and historians have dedicated increased attention to the study of archives as objects of research themselves. In so doing, scholars have predominantly examined the emergence and transformations of archives during the early modern age, focusing mostly on political and diplomatic depositories. They have tended to neglect financial archives, which is unfortunate, as—alongside judicial archives—they were probably the largest documentary repositories of the pre-modern world and those that first faced the problem of managing huge masses of documentation. This article discusses the formation and development of the Kingdom of Sicily’s financial archives in the later Middle Ages, arguing that this repository evolved into a collecting archive by the early fifteenth-century, when it preserved not only the records and accounts produced by the central financial administration, but also those from a number of territorial officers and magistracies. This archival turn, I suggest, originated from the fact that the Crown of Aragon’s rulers constantly needed increased incomes to fund bureaucracies and warfare and exercise patronage, and thus needed financial information organized, at hand, and under their control. After briefly discussing the emergence of the financial archive in the thirteenth-century, this essay traces the Crown’s attempts to create a stable repository for storing financial records and accounts and its continuous struggles to prevent documentation from being scattered and dispersed. Finally, it examines the successful strategy that King Alfonso V of Aragon (1416–58), called the Magnanimous, pursued to organize financial documentation and concentrate records and accounts produced by financial administration into a stable building. The essay pays particular attention to the material aspects of preserving records, e.g., the restoration of buildings, construction of chests, and preparation of secure locks that were integral to the emergence of collecting archives for financial documents in the later Middle Ages.
Nel corso dell'ultimo ventennio, antropologi, archivisti e storici hanno dedicato una crescente attenzione nei confronti dello studio degli archivi, da intendersi oggetto di studio in sé e per sé, e non, quindi, come mero deposito documentario da cui estrarre le informazioni utili alla ricerca. Nel fare ciò, gli studiosi si sono principalmente focalizzati sulla nascita degli archivi e sulla loro progressiva trasformazione nella prima età moderna - ma con qualche eccezione per il tardo medioevo - dedicandosi in particolar modo agli archivi politici e a quelli diplomatici, come d'altronde attestato dalle numerose ricerche dedicate a questi aspetti della storia degli archivi. D'altro canto, la storiografia ha invece trascurato lo studio dei principali depositi documentari delle realtà politiche di antico regime, come quelli finanziari e quelli giudiziari, presso i quali si conservavano eccezionali masse documentarie, in parte prodotte dagli organi produttori e in parte versate da ufficiali periferici (si pensi, ad esempio, alla documentazione prodotta per l'amministrazione della giustizia di primo grado, oppure ai libri contabili che dovevano essere controllati dagli organi centrali). Nello specifico, questo articolo esamina la formazione e lo sviluppo dell'archivio finanziario del regno di Sicilia nel periodo tardo medievale, suggerendo che tale deposito documentario prese la forma di un archivio di concentrazione per le scritture e i registri di natura finanziaria e fiscale già nel Quattrocento, in quanto vi si conservavano non solamente i registri e la contabilità prodotta dall'amministrazione centrale del regno (la curia dei maestri razionali o gran corte dei conti), ma anche libri contabili, corrispondenza, atti processuali di natura fiscale, documentazione privata e scritture di altro tipo prodotti da altre magistrature centrali e periferiche dell'isola. Questo contributo suggerisce che tale 'svolta archivistica' (archival turn) fu la conseguenza del fatto che i re d'Aragona - che non risiedevano nell'isola - avevano una continua necessità di introiti per finanziare la loro agenda politica, la guerra, la burocrazia e, naturalmente, per ricompensare i propri sudditi che ne sostenevano l'azione, come l'aristocrazia e le elites urbane. Era quindi fondamentale che la documentazione finanziaria fosse sotto il diretto controllo delle autorità e organizzata in maniera razionale, affinché le informazioni fossero facilmente individuabili e reperibili ogni qual volta si fosse reso necessario. Nello specifico, questo saggio, dopo avere esaminato rapidamente la nascita dell'archivio finanziario nel XIII secolo, segue i successivi tentativi della Corona di creare un deposito centralizzato stabile in cui concentrare la documentazione finanziaria e fiscale, evitando la dispersione archivistica che contrassegnò soprattutto il XIV secolo. Infine, l'attenzione si sposta sulla strategia archivistica portata avanti da Alfonso V d'Aragona (1416-58), che riuscì a portare a compimento il processo di concentrazione delle scritture finanziarie in un deposito documentario presso il palazzo viceregio di Palermo (il cosiddetto Steri), promuovendone anche una efficace organizzazione, culminata nella successiva creazione di due archivi finanziari, uno di deposito e uno per la documentazione corrente. Inoltre, questo saggio dedica una specifica attenzione a un argomento quasi del tutto ignorato dalla storiografia, quello cioè degli aspetti materiali della storia archivistica e della conservazione delle scritture. È questo il caso delle opere di intervento per il restauro dei depositi documentari, per la costruzione di casse per custodirvi le carte e per l'acquisto di lucchetti, serrature e porte rinforzate. Tutti interventi che avevano lo scopo di mettere in sicurezza gli archivi finanziari e le scritture che vi erano custodite, evitando così che personale non autorizzato potesse accedere al deposito o che le carte potessero essere trafugate.
‘Swine at the chancery and locks to chests: dispersal, destruction, and accumulation of the Kingdom of Sicily's financial archives (1100-1500)
SILVESTRI A
2022
Abstract
In the last twenty years, anthropologists, archivists, and historians have dedicated increased attention to the study of archives as objects of research themselves. In so doing, scholars have predominantly examined the emergence and transformations of archives during the early modern age, focusing mostly on political and diplomatic depositories. They have tended to neglect financial archives, which is unfortunate, as—alongside judicial archives—they were probably the largest documentary repositories of the pre-modern world and those that first faced the problem of managing huge masses of documentation. This article discusses the formation and development of the Kingdom of Sicily’s financial archives in the later Middle Ages, arguing that this repository evolved into a collecting archive by the early fifteenth-century, when it preserved not only the records and accounts produced by the central financial administration, but also those from a number of territorial officers and magistracies. This archival turn, I suggest, originated from the fact that the Crown of Aragon’s rulers constantly needed increased incomes to fund bureaucracies and warfare and exercise patronage, and thus needed financial information organized, at hand, and under their control. After briefly discussing the emergence of the financial archive in the thirteenth-century, this essay traces the Crown’s attempts to create a stable repository for storing financial records and accounts and its continuous struggles to prevent documentation from being scattered and dispersed. Finally, it examines the successful strategy that King Alfonso V of Aragon (1416–58), called the Magnanimous, pursued to organize financial documentation and concentrate records and accounts produced by financial administration into a stable building. The essay pays particular attention to the material aspects of preserving records, e.g., the restoration of buildings, construction of chests, and preparation of secure locks that were integral to the emergence of collecting archives for financial documents in the later Middle Ages.File | Dimensione | Formato | |
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