Bernard Rudofsky (1905-1988) ha fondato la sua vita sulla pratica del viaggiare. È dai viaggi che sviluppa il suo interesse costante verso l’architettura del vernacolare, consacrato dal famoso testo Architecture without Architects (1964), un libro che divenne un best-seller mondiale, catalogo della mostra omonima tenuta nel 1964 al MoMA di New York, poi riallestita in ben altre ottantaquattro sedi durante i successivi undici anni. Furono i viaggi a formare e stimolare le sue idee – raccontate negli articoli, negli svariati libri e in ulteriori mostre – oltre a definire i fondamenti della sua architettura, concretizzata soprattutto in progetti di case. Il viaggio è per Rudofsky pratica del viaggiare; è affinata nel tempo ed è ancorata all’esperienza di immersione nei luoghi visitati e alla raccolta di immagini, una immensa collezione visuale dalla quale l’architetto sembra trarre precise e persistenti tematiche, sperimentate nel progetto. Attraverso i viaggi Rudofsky giunge ad una concezione dell'architettura lontana da affermazioni teoriche ma che può ritrovarsi nelle cose intorno a noi, come già scritta nel mondo.

I Viaggi di Bernard Rudofsky e la collezione di immagini

Alessandra Como
2022-01-01

Abstract

Bernard Rudofsky (1905-1988) ha fondato la sua vita sulla pratica del viaggiare. È dai viaggi che sviluppa il suo interesse costante verso l’architettura del vernacolare, consacrato dal famoso testo Architecture without Architects (1964), un libro che divenne un best-seller mondiale, catalogo della mostra omonima tenuta nel 1964 al MoMA di New York, poi riallestita in ben altre ottantaquattro sedi durante i successivi undici anni. Furono i viaggi a formare e stimolare le sue idee – raccontate negli articoli, negli svariati libri e in ulteriori mostre – oltre a definire i fondamenti della sua architettura, concretizzata soprattutto in progetti di case. Il viaggio è per Rudofsky pratica del viaggiare; è affinata nel tempo ed è ancorata all’esperienza di immersione nei luoghi visitati e alla raccolta di immagini, una immensa collezione visuale dalla quale l’architetto sembra trarre precise e persistenti tematiche, sperimentate nel progetto. Attraverso i viaggi Rudofsky giunge ad una concezione dell'architettura lontana da affermazioni teoriche ma che può ritrovarsi nelle cose intorno a noi, come già scritta nel mondo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4816556
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