Un esame delle monete presenti nei depositi di fondazione di edifici di epoca greca mostra differenti piani di uso: nei seppellimenti sottoposti a edifici sacri, non diversamente da altri oggetti votivi, le monete sono un dono alla divinità oppure, se risalenti a precedenti pratiche rituali svolte in loco, si configurano come donativi restituiti alla divinità attraverso la consacrazione dello spazio destinato alla nuova costruzione; anche negli edifici pubblici l’utilizzo di moneta ha il significato di un’offerta con funzione beneaugurante per proteggere le strutture edificate. Diversa accezione presenta l’eccezionale caso dell’Apadana di Persepoli perché il ruolo di dono propiziatorio è abbinato al prestigio del dedicante, il re Dario. Una saldatura tra i due piani sembra realizzarsi in tarda età ellenistica, se i tetradrammi di Oroferne, trovati sotto la statua di Atena a Priene, furono scelti più che per il loro valore pratico in funzione dell’effige su di esse riprodotta, ovvero il ritratto del sovrano cappadoce (che fu, peraltro, fonte di ispirazione di un’intensa poesia di K. Kavafis) . Le monete di Oroferne ebbero il compito di elemento di memoria celebrativa e datante a ricordo dell’erezione della statua della dea realizzata a sua cura e rappresentano, in tal senso, la più antica documentazione a noi pervenuta di una pratica che sarà solita in epoca romano–imperiale, quando il valore economico dei pezzi deposti finirà col divenire del tutto marginale rispetto alle iscrizioni e alle immagini su di essi riprodotti, che segnano il ricordo del momento della costruzione.

Oroferne a Priene. A proposito degli usi riruali della moneta gerca

Renata Cantilena
2023

Abstract

Un esame delle monete presenti nei depositi di fondazione di edifici di epoca greca mostra differenti piani di uso: nei seppellimenti sottoposti a edifici sacri, non diversamente da altri oggetti votivi, le monete sono un dono alla divinità oppure, se risalenti a precedenti pratiche rituali svolte in loco, si configurano come donativi restituiti alla divinità attraverso la consacrazione dello spazio destinato alla nuova costruzione; anche negli edifici pubblici l’utilizzo di moneta ha il significato di un’offerta con funzione beneaugurante per proteggere le strutture edificate. Diversa accezione presenta l’eccezionale caso dell’Apadana di Persepoli perché il ruolo di dono propiziatorio è abbinato al prestigio del dedicante, il re Dario. Una saldatura tra i due piani sembra realizzarsi in tarda età ellenistica, se i tetradrammi di Oroferne, trovati sotto la statua di Atena a Priene, furono scelti più che per il loro valore pratico in funzione dell’effige su di esse riprodotta, ovvero il ritratto del sovrano cappadoce (che fu, peraltro, fonte di ispirazione di un’intensa poesia di K. Kavafis) . Le monete di Oroferne ebbero il compito di elemento di memoria celebrativa e datante a ricordo dell’erezione della statua della dea realizzata a sua cura e rappresentano, in tal senso, la più antica documentazione a noi pervenuta di una pratica che sarà solita in epoca romano–imperiale, quando il valore economico dei pezzi deposti finirà col divenire del tutto marginale rispetto alle iscrizioni e alle immagini su di essi riprodotti, che segnano il ricordo del momento della costruzione.
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