Edoardo Sanguineti si trova a vivere nel 1971 per poco più di sei mesi a Berlino, città dove scrive in presa diretta una serie di poesie, passando il dattiloscritto a un amico poeta, Gerald Bisinger, perché traduca subito in tedesco quelle «immagini di viaggio», che riprendono volutamente il titolo di Heine, Reisebilder. La raccolta è una collezione di sguardi non solo del singolo poeta che scrive ma di tutto un gruppo di intellettuali, da Enzensberger a Breytenbach, una sorta di “Comune” dove si incontrano lavoro artistico e speranza di cambiamento, non per i poeti ma – parafrasando un titolo di Sanguineti – per i popoli. Come già a Parigi nel ’69 con Renga, Sanguineti è tra i quattro poeti e amici che sperimentano un’esperienza di scrittura collettiva: ne nasce Made in Holland, un renga (pubblicato solo in afrikaans e del quale si riproduce qui il manoscritto originale, inedito, di proprietà di Amichai), la cui occasione di composizione è il Poetry International di Rotterdam, festival che costituisce il prologo del soggiorno berlinese. Da Berlino, Sanguineti, con i piedi ben piantati nella cultura tedesca (da Goethe a Marx a Brecht), vede e si confronta con gli eventi e con la cultura del mondo intero: i versi di Reisebilder sanno parlare del profondo dell’essere umano perché guardano senza veli alla crisi di una realtà, a Est come a Ovest, attraversata e macerata da uno scontro silente e a bassa intensità, che oppone, in questo momento di acme, la potenza alienante della fantasmagoria della merce a una altrettanto alienante società burocratica e paludosa. A Berlino Sanguineti ritornerà più volte e in più occasioni negli anni seguenti: nei suoi versi, questa città diventa lo spazio dove registrare le diverse fasi delle trasformazioni della globalizzazione, dagli anni ottanta e novanta fino al nuovo millennio. Il saggio cerca di portare alla luce e di interpretare ciò che Sanguineti mostra chiaramente: la complessità dell’uomo e la sua continua lotta per conquistare tutto ciò che è umano: io te lo racconto adesso che l’ho capito, appena, subito: (e puoi capirmi): questo è il mio corpo: (Edoardo Sanguineti, Reisebilder 45)

Edoardo Sanguineti alla Comune di Berlino. Il mezzo violento della poesia, dalla guerra fredda agli anni duemila

Erminio Risso
2023

Abstract

Edoardo Sanguineti si trova a vivere nel 1971 per poco più di sei mesi a Berlino, città dove scrive in presa diretta una serie di poesie, passando il dattiloscritto a un amico poeta, Gerald Bisinger, perché traduca subito in tedesco quelle «immagini di viaggio», che riprendono volutamente il titolo di Heine, Reisebilder. La raccolta è una collezione di sguardi non solo del singolo poeta che scrive ma di tutto un gruppo di intellettuali, da Enzensberger a Breytenbach, una sorta di “Comune” dove si incontrano lavoro artistico e speranza di cambiamento, non per i poeti ma – parafrasando un titolo di Sanguineti – per i popoli. Come già a Parigi nel ’69 con Renga, Sanguineti è tra i quattro poeti e amici che sperimentano un’esperienza di scrittura collettiva: ne nasce Made in Holland, un renga (pubblicato solo in afrikaans e del quale si riproduce qui il manoscritto originale, inedito, di proprietà di Amichai), la cui occasione di composizione è il Poetry International di Rotterdam, festival che costituisce il prologo del soggiorno berlinese. Da Berlino, Sanguineti, con i piedi ben piantati nella cultura tedesca (da Goethe a Marx a Brecht), vede e si confronta con gli eventi e con la cultura del mondo intero: i versi di Reisebilder sanno parlare del profondo dell’essere umano perché guardano senza veli alla crisi di una realtà, a Est come a Ovest, attraversata e macerata da uno scontro silente e a bassa intensità, che oppone, in questo momento di acme, la potenza alienante della fantasmagoria della merce a una altrettanto alienante società burocratica e paludosa. A Berlino Sanguineti ritornerà più volte e in più occasioni negli anni seguenti: nei suoi versi, questa città diventa lo spazio dove registrare le diverse fasi delle trasformazioni della globalizzazione, dagli anni ottanta e novanta fino al nuovo millennio. Il saggio cerca di portare alla luce e di interpretare ciò che Sanguineti mostra chiaramente: la complessità dell’uomo e la sua continua lotta per conquistare tutto ciò che è umano: io te lo racconto adesso che l’ho capito, appena, subito: (e puoi capirmi): questo è il mio corpo: (Edoardo Sanguineti, Reisebilder 45)
2023
978-88-3613-368-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4831931
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