The guilty gaze of Actaeon in Greek and Roman iconography The eye and the gaze are an important moment in the relationship between the self and the other and establish a system of complex relationships within society and in the relationship between man and divinity. Incorrect use of sight and gaze can lead man to lose the sense of sight or the awareness of his own humanity. This aspect is analyzed through the myth of Actaeon, guilty of a nefarious gaze towards divinity, capturing the significant differences in the myth through literary sources and images in the Greek and Roman world. In the archaic and classical age, attention is focused on visual devices that allow you to redefine the meaning of the gaze and to operate a sort of reversal of values and the relationship between animal, human and divine. In the Hellenistic period, Callimachus defines the guilty gaze within a religious paradigm that defines the inviolability of the naked body of the goddess, and a system of relationship between the guilty gaze and the rejected marriage. Finally, in Roman times, Ovid frees Actaeon's gaze from his guilt and finally the naked body of the goddess can be represented and shown to the viewer. The gaze at this point triggers a direct relationship between man and divinity and between man and himself, also through the reflected image.

Lo sguardo colpevole di Atteone nell’iconografia greca e romana L’occhio e lo sguardo costituiscono un momento importante nella relazione tra il sè e l’altro e stabiliscono un sistema di interzioni complesse all’interno della società e nel rapporto tra l’uomo e la divinità. L’uso non corretto della vista e dello sguardo può condurre l’uomo a perdere il senso della vista o la coscienza della propria umanità. Questo aspetto è analizzato attraverso il mito di Atteone, colpevole di uno sguardo nefasto nei confronti della divinità, cogliendo attraverso le fonti letterarie e le immagini gli scarti significativi nel mito nel mondo greco e romano. In età arcaica e classica l’attenzione è focalizzata sui dispositivi visivi che consentono di ridefinire il significato dello sguardo e di operare una sorta di rivolgimento dei valori e della relazione tra animale, umano e divino. In età ellenistica Callimaco pone l’accento sullo sguardo colpevole all’interno di un paradigma religioso che definisce da un lato l’inviolabilità del corpo nudo della dea, dall’altro un sistema di relazione tra lo sguardo colpevole e il matrimonio rifiutato. Infine in età romana, Ovidio libera lo sguardo di Atteone dalla sua colpevolezza e finalmente può essere rappresentato e mostrato allo spettatore il corpo nudo della dea. Lo sguardo a questo punto innesca una relazione diretta tra l’uomo e la divinità e tra l’uomo e sé stesso, anche attraverso l’immagine riflessa.

Lo sguardo colpevole di Atteone nell'iconografia greca e romana

Eliana Mugione
Writing – Original Draft Preparation
2023-01-01

Abstract

The guilty gaze of Actaeon in Greek and Roman iconography The eye and the gaze are an important moment in the relationship between the self and the other and establish a system of complex relationships within society and in the relationship between man and divinity. Incorrect use of sight and gaze can lead man to lose the sense of sight or the awareness of his own humanity. This aspect is analyzed through the myth of Actaeon, guilty of a nefarious gaze towards divinity, capturing the significant differences in the myth through literary sources and images in the Greek and Roman world. In the archaic and classical age, attention is focused on visual devices that allow you to redefine the meaning of the gaze and to operate a sort of reversal of values and the relationship between animal, human and divine. In the Hellenistic period, Callimachus defines the guilty gaze within a religious paradigm that defines the inviolability of the naked body of the goddess, and a system of relationship between the guilty gaze and the rejected marriage. Finally, in Roman times, Ovid frees Actaeon's gaze from his guilt and finally the naked body of the goddess can be represented and shown to the viewer. The gaze at this point triggers a direct relationship between man and divinity and between man and himself, also through the reflected image.
2023
Lo sguardo colpevole di Atteone nell’iconografia greca e romana L’occhio e lo sguardo costituiscono un momento importante nella relazione tra il sè e l’altro e stabiliscono un sistema di interzioni complesse all’interno della società e nel rapporto tra l’uomo e la divinità. L’uso non corretto della vista e dello sguardo può condurre l’uomo a perdere il senso della vista o la coscienza della propria umanità. Questo aspetto è analizzato attraverso il mito di Atteone, colpevole di uno sguardo nefasto nei confronti della divinità, cogliendo attraverso le fonti letterarie e le immagini gli scarti significativi nel mito nel mondo greco e romano. In età arcaica e classica l’attenzione è focalizzata sui dispositivi visivi che consentono di ridefinire il significato dello sguardo e di operare una sorta di rivolgimento dei valori e della relazione tra animale, umano e divino. In età ellenistica Callimaco pone l’accento sullo sguardo colpevole all’interno di un paradigma religioso che definisce da un lato l’inviolabilità del corpo nudo della dea, dall’altro un sistema di relazione tra lo sguardo colpevole e il matrimonio rifiutato. Infine in età romana, Ovidio libera lo sguardo di Atteone dalla sua colpevolezza e finalmente può essere rappresentato e mostrato allo spettatore il corpo nudo della dea. Lo sguardo a questo punto innesca una relazione diretta tra l’uomo e la divinità e tra l’uomo e sé stesso, anche attraverso l’immagine riflessa.
Le regard coupable d'Actéon dans l'iconographie grecque et romaine L'œil et le regard de l'homme chez les Grecs constituent un moment important dans la relation entre le soi et l'autre, ils établissent un système complexe d’interctions au sein de la société et dans la relation de l'homme avec le divin. L'utilisation incorrecte de la vue et du regard peut conduire l'homme à perdre le même sens de la vue ou la conscience de sa propre humanité. Cet aspect sera analysé à travers les mythes d'Actéon coupable d'un regard néfaste vers la divinité; la systématisation des sources littéraires et iconographiques nous permettra de fixer l’attention sur le système complexe du regard coupable dans le monde grec et romain. A l'époque archaïque et classique, l'attention se porte sur les dispositifs visuels qui permettent de redéfinir le sens du regard et d'opérer une sorte d'inversion des valeurs et du rapport entre l'animal, l'humain et le divin. À l'époque hellénistique, Callimaque définit le regard coupable dans un paradigme religieux qui définit l'inviolabilité du corps nu de la déesse, et un système de relation entre le regard coupable et le mariage rejeté. Enfin, à l'époque romaine, Ovide libère le regard d'Actéon de sa culpabilité et enfin le corps nu de la déesse peut être représenté et montré au spectateur. Le regard à ce point déclenche une relation directe entre l'homme et la divinité et entre l'homme et lui-même, également à travers l'image réfléchie.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4833071
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