Il saggio ripercorre la fortuna critica di Mattia Preti e della pittura secentesca – in particolar modo napoletana – attraverso la corrispondenza, finora inedita, avvenuta nel 1913 tra il giovane Roberto Longhi e il collezionista Angelo Cecconi. Le lettere rintracciate nei fondi dell’Università di Pavia e della Fondazione di studi di storia dell’arte Roberto Longhi di Firenze, hanno permesso di aggiungere un nuovo contributo alla storia del collezionismo e del mercato italiano di primo Novecento. Si restituisce la precoce e versatile attività di art advisor e di connoisseur dello storico dell’arte nell’ambiente antiquariale e il fondamentale ruolo assunto da Angelo Cecconi come critico e collezionista di pittura secentesca napoletana a Firenze. Nella prospettiva di rivalutare l’allora negletto Seicento in rapporto al panorama culturale nazionale e internazionale, i due conoscitori puntano alla riscoperta del calabrese Mattia Preti attraverso scambi epistolari, saggi, articoli e acquisti di opere d’arte. In occasione del centenario della nascita dell’artista anche la Mostra pretiana, inaugurata a Catanzaro e curata da Alfonso Frangipane, concorre alla promozione dell’artista in maniera determinante per gli studi successivi.
G. Policicchio, Roberto Longhi e Angelo Cecconi in dialogo su Mattia Preti (1913). Connoisseurship, collezionismo e mostre d’arte, in «Storia dell’arte», n. 159, 2023, pp. 116-141.
giada policicchio
2023-01-01
Abstract
Il saggio ripercorre la fortuna critica di Mattia Preti e della pittura secentesca – in particolar modo napoletana – attraverso la corrispondenza, finora inedita, avvenuta nel 1913 tra il giovane Roberto Longhi e il collezionista Angelo Cecconi. Le lettere rintracciate nei fondi dell’Università di Pavia e della Fondazione di studi di storia dell’arte Roberto Longhi di Firenze, hanno permesso di aggiungere un nuovo contributo alla storia del collezionismo e del mercato italiano di primo Novecento. Si restituisce la precoce e versatile attività di art advisor e di connoisseur dello storico dell’arte nell’ambiente antiquariale e il fondamentale ruolo assunto da Angelo Cecconi come critico e collezionista di pittura secentesca napoletana a Firenze. Nella prospettiva di rivalutare l’allora negletto Seicento in rapporto al panorama culturale nazionale e internazionale, i due conoscitori puntano alla riscoperta del calabrese Mattia Preti attraverso scambi epistolari, saggi, articoli e acquisti di opere d’arte. In occasione del centenario della nascita dell’artista anche la Mostra pretiana, inaugurata a Catanzaro e curata da Alfonso Frangipane, concorre alla promozione dell’artista in maniera determinante per gli studi successivi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.