La volontà del regime fascista di recuperare e valorizzare le testimonianze materiali delle epoche d’oro romane rendendo visibile la magnificenza della tradizione architettonica italiana attraverso pratiche di “isolamento” e “liberazione” che consentissero ai monumenti di “troneggiare nella necessaria solitudine”, portò archeologi, restauratori dei monumenti e storici dell’architettura a confrontarsi con “parole” e “fatti” su questi temi. All’interno di questo clima culturale, il contributo proposto mira ad evidenziare, attraverso i progetti redatti dall’architetto Bruno Maria Apollonj Ghetti in occasione delle Mostre di sistemazioni urbanistiche tenutesi presso il centro di Studi di Storia dell’architettura, l’importanza assunta dall’Ente, fondato da Gustavo Giovannoni nel 1939, nel favorire il confronto ed il dibattito critico sui temi della città storica. I progetti proposti (Progetto di liberazione del Portico di Ottavia e delle sue adiacenze, Progetto per la liberazione della visuale di Palazzo Farnese dal Lungotevere, Sistemazione di un tratto di Porta Pinciana e per la strada pedonale di collegamento con Trinità dei Monti,Progetto di isolamento del Palazzo di Montevecchio,Progetto per la sistemazione di Piazza Aracoeli, Progetto per la sistemazione dell’area dei Fiorentini, Progetto per la sistemazione di via del Nazzareno), redatti dall’allievo ed assistente di Gustavo Giovannoni, oltre ad assumere un valore conoscitivo e descrittivo di parti della città storica e quindi in alcuni casi un concreto esempio di passaggio da una condizione di “invisibilità” di parti Roma ad una condizione di “visibilità”, rappresentano una concreta estrinsecazione del rapporto tra le teorie sviluppate all’interno dell’associazione e le effettive proposte progettuali di intervento sull’assetto urbano.
Il disvelamento dell’antico. “Isolamenti” e “Liberazioni” archeologiche nella Roma di fine anni’30. Il ruolo di B.M. Apollonj Ghetti
Villani M
2014-01-01
Abstract
La volontà del regime fascista di recuperare e valorizzare le testimonianze materiali delle epoche d’oro romane rendendo visibile la magnificenza della tradizione architettonica italiana attraverso pratiche di “isolamento” e “liberazione” che consentissero ai monumenti di “troneggiare nella necessaria solitudine”, portò archeologi, restauratori dei monumenti e storici dell’architettura a confrontarsi con “parole” e “fatti” su questi temi. All’interno di questo clima culturale, il contributo proposto mira ad evidenziare, attraverso i progetti redatti dall’architetto Bruno Maria Apollonj Ghetti in occasione delle Mostre di sistemazioni urbanistiche tenutesi presso il centro di Studi di Storia dell’architettura, l’importanza assunta dall’Ente, fondato da Gustavo Giovannoni nel 1939, nel favorire il confronto ed il dibattito critico sui temi della città storica. I progetti proposti (Progetto di liberazione del Portico di Ottavia e delle sue adiacenze, Progetto per la liberazione della visuale di Palazzo Farnese dal Lungotevere, Sistemazione di un tratto di Porta Pinciana e per la strada pedonale di collegamento con Trinità dei Monti,Progetto di isolamento del Palazzo di Montevecchio,Progetto per la sistemazione di Piazza Aracoeli, Progetto per la sistemazione dell’area dei Fiorentini, Progetto per la sistemazione di via del Nazzareno), redatti dall’allievo ed assistente di Gustavo Giovannoni, oltre ad assumere un valore conoscitivo e descrittivo di parti della città storica e quindi in alcuni casi un concreto esempio di passaggio da una condizione di “invisibilità” di parti Roma ad una condizione di “visibilità”, rappresentano una concreta estrinsecazione del rapporto tra le teorie sviluppate all’interno dell’associazione e le effettive proposte progettuali di intervento sull’assetto urbano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.