Il nostro saggio è dedicato all’analisi sociologica di alcune rappresentazioni della disabilità nel fumetto popolare italiano, con l’obiettivo di mostrare come, attraverso lo studio delle narrazioni grafiche di questo medium, sia possibile monitorare in che modo e con quali esiti siano cambiate le strategie per rappresentare la disabilità. In quanto violazione del normale, la rappresentazione della disabilità è stata usata come grimaldello comico e come elemento caratterizzante dei villain, ma anche come metafora della diversità e del peso delle responsabilità dei supereroi. In Italia, i fumetti Bonelli hanno accompagnato varie generazioni riuscendo sempre a raccontare le mutazioni socioculturali e a fondere produttivamente divertimento, qualità e acculturazione in un delicato equilibrio, fondato sulla contaminazione tra realismo e fantastico, politica e ideologia, avventura e storia. Queste produzioni popolari definiscono i contorni del turbolento rapporto tra lettori, società e fumetto (Frezza 1999, 2017). L’analisi dettagliata di alcuni fumetti Bonelli – in un percorso che vede coinvolte le testate Ken Parker, Dylan Dog e Gea – consentirà di mappare, attraverso la coalescenza e i conflitti tra processi culturali, forme estetiche e fenomeni mediali (Abruzzese 1979; Couldry 2016), la trasformazione delle concezioni sociali della disabilità, il perdurante peso degli stereotipi e delle tipizzazioni (Berger / Luckmann 1969), il progressivo rifiuto della stigmatizzazione della diversità fisica e psichica, il ruolo dell’immaginario nell’intercettare nuove sensibilità, la centralità dei processi di convergenza tecnoculturale (Jenkins 2006) nell’aprire inediti spazi di partecipazione dei pubblici alla produzione, distribuzione e consumo dei prodotti culturali.

Villain, eroi, vittime sacrificali. L’evoluzione delle rappresentazioni della disabilità nei fumetti Bonelli (1990-2020)

Tirino, Mario;Di Paola, Lorenzo;Castellano, Simona
2024

Abstract

Il nostro saggio è dedicato all’analisi sociologica di alcune rappresentazioni della disabilità nel fumetto popolare italiano, con l’obiettivo di mostrare come, attraverso lo studio delle narrazioni grafiche di questo medium, sia possibile monitorare in che modo e con quali esiti siano cambiate le strategie per rappresentare la disabilità. In quanto violazione del normale, la rappresentazione della disabilità è stata usata come grimaldello comico e come elemento caratterizzante dei villain, ma anche come metafora della diversità e del peso delle responsabilità dei supereroi. In Italia, i fumetti Bonelli hanno accompagnato varie generazioni riuscendo sempre a raccontare le mutazioni socioculturali e a fondere produttivamente divertimento, qualità e acculturazione in un delicato equilibrio, fondato sulla contaminazione tra realismo e fantastico, politica e ideologia, avventura e storia. Queste produzioni popolari definiscono i contorni del turbolento rapporto tra lettori, società e fumetto (Frezza 1999, 2017). L’analisi dettagliata di alcuni fumetti Bonelli – in un percorso che vede coinvolte le testate Ken Parker, Dylan Dog e Gea – consentirà di mappare, attraverso la coalescenza e i conflitti tra processi culturali, forme estetiche e fenomeni mediali (Abruzzese 1979; Couldry 2016), la trasformazione delle concezioni sociali della disabilità, il perdurante peso degli stereotipi e delle tipizzazioni (Berger / Luckmann 1969), il progressivo rifiuto della stigmatizzazione della diversità fisica e psichica, il ruolo dell’immaginario nell’intercettare nuove sensibilità, la centralità dei processi di convergenza tecnoculturale (Jenkins 2006) nell’aprire inediti spazi di partecipazione dei pubblici alla produzione, distribuzione e consumo dei prodotti culturali.
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