In base a delie esperienze condotte dal nostro Istituto in accordo con ITSPESL, in questo lavoro vengono esaminate delle condizioni operative ricorrenti che comportano danni agli addetti ai lavori, soprattutto nei casi in cui si tratti di operatrici azionate da trattrici e munite di sistemi di protezione per gli organi meccanici della macchina. Tali condizioni possono verificarsi durante l'uso di irrigatori idrodinamici, di sistemi di irrigazione a pivot, di ali piovane, di potatrici meccaniche, di rotoimballatrici, ed in genere quando l'operatore é costretto a interagire con gli organi di lavoro della macchina operatrice (per motivi di ingolfamento o di superamento delle condizioni limiti di funzionamento della macchina, accidenti ecc.). In generale, in questi casi, la tecnica operativa prevede il disinnesto della presa di potenza e quindi l’intervento diretto dell'operatore atto a ripristinare le condizioni di lavoro previste dalle specifiche della macchina. Purtuttavia le operazioni di ripristino delle condizioni operative vengono spesso effettuate dall'operatore con la potenza innestata, in modo da poter essere aiutato dalla macchina stessa nelle operazioni innanzi dette. Ciò poiché spesso é prevista la presenza di un solo operatore per lo svolgimento dell'intera operazione agricola meccanizzata. Il nostro Istituto si é interessato anche di un caso eclatante in cui l'operatore per dis-ingolfare il pick-up di una rotoimballatrice ha eseguito l'operazione lasciando innestata la presa di potenza con la frizione di sicurezza (limitatore di coppia massima trasmessa) in condizioni di slittamento quindi con gli organi di lavoro fermi ma non in condizioni di sicurezza per gli operatori. Tali frizioni di sicurezza sono ampiamente impiegate negli organi di trasmissione di potenza delle operatrici agricole a salvaguardia degli stessi ma non per gli operatori. Infatti, da una analisi degli incidenti rilevati, sono stati riscontrati ed esaminati dei problemi dovuti alia frizione di sicurezza in genere con i suoi comandi (lacci o cavi di azionamento). Inoltre é stato riscontrato che se si vuole effettuare un intervento di soccorso ad incidente già avvenuto o in corso, ad es. con operatore già agganciato dagli organi di lavoro, occorre azionare un dispositivo capace di mettere a folle il meccanismo istantaneamente, affine di effettuare un disimpegno dalla potenza motrice degli organi della macchina e quindi poter liberare l 'operatore dalla presa degli stessi. Pertanto tale meccanismo deve poter effettuare uno sgancio rapido della presa di potenza, senza richiesta di sforzo da parte dell'operatore. Inoltre sono state esaminate problematiche relative al ribaltamento delle macchine e dei sistemi di sicurezza per organi lavoranti che non possono essere segregati ottenendo utili indicazioni per nuove iniziative per poter incrementare ulteriormente la sicurezza delle macchine agricole.
CONSIDERAZIONI SULLA SICUREZZA DELLE MACCHINE AGRICOLE IN PARTICOLARI CONDIZIONI DI IMPIEGO
FORMATO, ANDREA
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2002-01-01
Abstract
In base a delie esperienze condotte dal nostro Istituto in accordo con ITSPESL, in questo lavoro vengono esaminate delle condizioni operative ricorrenti che comportano danni agli addetti ai lavori, soprattutto nei casi in cui si tratti di operatrici azionate da trattrici e munite di sistemi di protezione per gli organi meccanici della macchina. Tali condizioni possono verificarsi durante l'uso di irrigatori idrodinamici, di sistemi di irrigazione a pivot, di ali piovane, di potatrici meccaniche, di rotoimballatrici, ed in genere quando l'operatore é costretto a interagire con gli organi di lavoro della macchina operatrice (per motivi di ingolfamento o di superamento delle condizioni limiti di funzionamento della macchina, accidenti ecc.). In generale, in questi casi, la tecnica operativa prevede il disinnesto della presa di potenza e quindi l’intervento diretto dell'operatore atto a ripristinare le condizioni di lavoro previste dalle specifiche della macchina. Purtuttavia le operazioni di ripristino delle condizioni operative vengono spesso effettuate dall'operatore con la potenza innestata, in modo da poter essere aiutato dalla macchina stessa nelle operazioni innanzi dette. Ciò poiché spesso é prevista la presenza di un solo operatore per lo svolgimento dell'intera operazione agricola meccanizzata. Il nostro Istituto si é interessato anche di un caso eclatante in cui l'operatore per dis-ingolfare il pick-up di una rotoimballatrice ha eseguito l'operazione lasciando innestata la presa di potenza con la frizione di sicurezza (limitatore di coppia massima trasmessa) in condizioni di slittamento quindi con gli organi di lavoro fermi ma non in condizioni di sicurezza per gli operatori. Tali frizioni di sicurezza sono ampiamente impiegate negli organi di trasmissione di potenza delle operatrici agricole a salvaguardia degli stessi ma non per gli operatori. Infatti, da una analisi degli incidenti rilevati, sono stati riscontrati ed esaminati dei problemi dovuti alia frizione di sicurezza in genere con i suoi comandi (lacci o cavi di azionamento). Inoltre é stato riscontrato che se si vuole effettuare un intervento di soccorso ad incidente già avvenuto o in corso, ad es. con operatore già agganciato dagli organi di lavoro, occorre azionare un dispositivo capace di mettere a folle il meccanismo istantaneamente, affine di effettuare un disimpegno dalla potenza motrice degli organi della macchina e quindi poter liberare l 'operatore dalla presa degli stessi. Pertanto tale meccanismo deve poter effettuare uno sgancio rapido della presa di potenza, senza richiesta di sforzo da parte dell'operatore. Inoltre sono state esaminate problematiche relative al ribaltamento delle macchine e dei sistemi di sicurezza per organi lavoranti che non possono essere segregati ottenendo utili indicazioni per nuove iniziative per poter incrementare ulteriormente la sicurezza delle macchine agricole.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.