Negli ultimi tre decenni le iniziative europee relative al mondo delle youth policy sottolineano il ruolo cruciale del learning continuum quale processo articolato nel quale le tre dimensioni dell’educazione (formale, informale e non formale) vengono intese sempre più come ingranaggi che richiedono un’azione sinergica e combinata. A partire da questo quadro di riferimento, il presente lavoro si propone di assumere il non formale come ambito di riferimento, mostrando attraverso l’articolazione in teorie, politiche, pratiche ed esperienze, le diverse declinazioni che tale dimensione ha assunto nel contesto europeo e internazionale e, in riferimento a questo, in Italia. Il lavoro si apre con una ricostruzione teorica del dibattito sull’educazione non formale nel quadro più ampio della Sociologia dell’educazione. Il tentativo è quello di mostrare la sua progressiva strutturazione e di evidenziare i contorni di un dibattito caratterizzato da discontinuità, intermittenza, se non – a tratti – da “improvvisazione”, seppure entro scenari e contesti territoriali – primo tra tutti l’Italia – in cui le “esperienze” di educazione non formale hanno caratterizzato episodi e momenti storici significativi. Dopo aver tracciato lo scenario di riferimento e aver ricostruito le diverse prospettive d’analisi dell’educazione non formale, la dissertazione pone attenzione al contributo delle politiche giovanili europee alla “(ri)scoperta” dell’educazione non formale. Occorre evidenziare, infatti, che quella che appariva al dibattito teorico come una “nebulosa dai confini ancora sbiaditi”, ha invece assunto, a cavallo del millennio, un ruolo sempre più rilevante negli interventi di Youth Policy delle istituzioni continentali, che ne hanno richiamato l’attenzione e la rilevanza nel quadro più ampio dei processi educativi contemporanei. Lungo questa direzione, una parte del lavoro qui presentata è stata dedicata ad una ricognizione della normativa e della documentazione di rilievo europeo in materia di educazione non formale e politiche giovanili, realizzata presso lo Youth Department del Consiglio d’Europa (sede della Youth Partnership tra il Consiglio d’Europa e l’Unione Europea) a Strasburgo, presso l’European Youth Center di Strasburgo e presso la biblioteca della Direzione Generale “Istruzione, gioventù, sport e cultura” della Commissione Europea a Bruxelles. Nelle suddette istituzioni è stato effettuato un duplice lavoro: da un lato, un approfondimento della ricerca documentale che sostanzia il secondo capitolo del lavoro; dall’altro, un primo approfondimento empirico attraverso la somministrazione di interviste semi-strutturate ai responsabili delle istituzioni sopra menzionate coinvolti nei processi di gestione delle youth policy. Una volta individuate le direttrici istituzionali che accompagnano i processi oggetto della ricerca, è stato tracciato l’itinerario dei Programmi europei per i giovani (con specifica attenzione al tema della mobilità), attraverso i quali politiche, pratiche e ricerca dialogano in maniera trasversale (o, comunque, testimoniano un forte impegno in questa direzione). La Seconda Parte della ricerca si propone di analizzare le esperienze di educazione non formale in Italia a partire dal framework delle politiche giovanili europee. In particolare, attraverso la piattaforma “Erasmus+Project Results” della Commissione Europea, è stata realizzata una mappatura dei progetti di educazione non formale realizzati in Italia da organizzazioni che hanno presentato richieste di finanziamento nel quadro delle azioni di Erasmus+/Youth in Action. .. [a cura dell'Autore]
L'educazione non formale in Italia. Teorie, politiche, pratiche ed esperienze nel framework delle politiche giovanili europee / Nadia Crescenzo , 2021 Jun 21., Anno Accademico 2019 - 2020. [10.14273/unisa-4291].
L'educazione non formale in Italia. Teorie, politiche, pratiche ed esperienze nel framework delle politiche giovanili europee
Crescenzo, Nadia
2021
Abstract
Negli ultimi tre decenni le iniziative europee relative al mondo delle youth policy sottolineano il ruolo cruciale del learning continuum quale processo articolato nel quale le tre dimensioni dell’educazione (formale, informale e non formale) vengono intese sempre più come ingranaggi che richiedono un’azione sinergica e combinata. A partire da questo quadro di riferimento, il presente lavoro si propone di assumere il non formale come ambito di riferimento, mostrando attraverso l’articolazione in teorie, politiche, pratiche ed esperienze, le diverse declinazioni che tale dimensione ha assunto nel contesto europeo e internazionale e, in riferimento a questo, in Italia. Il lavoro si apre con una ricostruzione teorica del dibattito sull’educazione non formale nel quadro più ampio della Sociologia dell’educazione. Il tentativo è quello di mostrare la sua progressiva strutturazione e di evidenziare i contorni di un dibattito caratterizzato da discontinuità, intermittenza, se non – a tratti – da “improvvisazione”, seppure entro scenari e contesti territoriali – primo tra tutti l’Italia – in cui le “esperienze” di educazione non formale hanno caratterizzato episodi e momenti storici significativi. Dopo aver tracciato lo scenario di riferimento e aver ricostruito le diverse prospettive d’analisi dell’educazione non formale, la dissertazione pone attenzione al contributo delle politiche giovanili europee alla “(ri)scoperta” dell’educazione non formale. Occorre evidenziare, infatti, che quella che appariva al dibattito teorico come una “nebulosa dai confini ancora sbiaditi”, ha invece assunto, a cavallo del millennio, un ruolo sempre più rilevante negli interventi di Youth Policy delle istituzioni continentali, che ne hanno richiamato l’attenzione e la rilevanza nel quadro più ampio dei processi educativi contemporanei. Lungo questa direzione, una parte del lavoro qui presentata è stata dedicata ad una ricognizione della normativa e della documentazione di rilievo europeo in materia di educazione non formale e politiche giovanili, realizzata presso lo Youth Department del Consiglio d’Europa (sede della Youth Partnership tra il Consiglio d’Europa e l’Unione Europea) a Strasburgo, presso l’European Youth Center di Strasburgo e presso la biblioteca della Direzione Generale “Istruzione, gioventù, sport e cultura” della Commissione Europea a Bruxelles. Nelle suddette istituzioni è stato effettuato un duplice lavoro: da un lato, un approfondimento della ricerca documentale che sostanzia il secondo capitolo del lavoro; dall’altro, un primo approfondimento empirico attraverso la somministrazione di interviste semi-strutturate ai responsabili delle istituzioni sopra menzionate coinvolti nei processi di gestione delle youth policy. Una volta individuate le direttrici istituzionali che accompagnano i processi oggetto della ricerca, è stato tracciato l’itinerario dei Programmi europei per i giovani (con specifica attenzione al tema della mobilità), attraverso i quali politiche, pratiche e ricerca dialogano in maniera trasversale (o, comunque, testimoniano un forte impegno in questa direzione). La Seconda Parte della ricerca si propone di analizzare le esperienze di educazione non formale in Italia a partire dal framework delle politiche giovanili europee. In particolare, attraverso la piattaforma “Erasmus+Project Results” della Commissione Europea, è stata realizzata una mappatura dei progetti di educazione non formale realizzati in Italia da organizzazioni che hanno presentato richieste di finanziamento nel quadro delle azioni di Erasmus+/Youth in Action. .. [a cura dell'Autore]I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


