L’Embodied Cognition pone i processi di apprendimento alla luce di una visione multi- prospettica emergente dal dialogo tra diversi ambiti del sapere onde capitalizzarne criticamente le implicazioni (Sibilio, 2020), riconoscendo l’esistenza di un dialogo circolare tra dimensioni di ordine cognitivo, esperienziale e corporeo (Damasio, 1995; Gallese et al., 2006; Glenberg, 2008; Barsalou, 2010; Caruana & Borghi, 2016). Questa prospettiva determina ricadute imprescindibili nelle riflessioni attorno al tema della formazione dei docenti di sostegno che richiede riflessioni di ordine cognitivo, strettamente legate a dimensioni corporee capaci di determinare le sorti di relazioni interpersonali inclusive efficaci. Dopo aver descritto la complessità dei processi inclusivi alla luce delle variazioni terminologiche e sostanziali determinatesi nel corso delle evoluzioni normative, il presente lavoro di tesi delinea lo stato dell’arte sul bisogno formativo del docente e sulle dimensioni della formazione considerate in grado di incidere positivamente sulla promozione di competenze inclusive reali. Lo studio presenta un’ampia descrizione dei costrutti di matrice embodied posti a fondamento dell’approccio di Formazione Integrata Teorico Pratico Esperienziale Embodied Cognition based (TPE EC-b), strutturato secondo una logica ricorsiva tra le dimensioni teorica pratica e esperienziale (Gomez Paloma & Damiani, 2015). Lo studio ha indagato le potenzialità della Formazione Integrata con l’obiettivo di comprendere se questa possa influire positivamente su: motivazione a partecipare; capacità di scelta delle strategie inclusive; percezione di autoefficacia del docente; opinioni nei confronti dell’inclusione e della disabilità. Attraverso una strategia di ricerca di tipo misto, si è fatto ricorso a un disegno di ricerca di tipo quasi sperimentale che ha previsto la somministrazione di un questionario auto- compilato, in ingresso e in uscita (Q1-prima e Q2-dopo l’implementazione della formazione integrata). Per approfondire il costrutto dell’autoefficacia si è fatto ricorso, in uscita, alla scala TEIP, Teacher Efficacy for Inclusive Practices (Sharma et al., 2012; Aiello et al., 2017). Gli strumenti hanno inteso verificare l’ipotesi della ricerca, per comprendere se e in che modo la formazione integrata sia in grado di promuovere una più efficace comprensione e una incarnazione dei contenuti della formazione. L’indagine ha coinvolto un campione di 335 partecipanti ai laboratori dei Corsi di Specializzazione per il Sostegno, per la scuola dell’infanzia, strutturati secondo l’approccio TPE EC based. L’analisi delle percezioni dichiarate dai partecipanti sembrerebbe confermare le ipotesi di ricerca. In particolare, la formazione integrata sembra favorire lo sviluppo di competenze spendibili nella realtà lavorativa, una migliore comprensione dei contenuti teorici, l’attivazione di riflessioni utili sulle dinamiche relazionali e sulle proprie potenzialità inclusive; nonché influire positivamente sulle convinzioni rispetto alla disabilità e all’inclusione, a partire anche da una maggiore percezione di autoefficacia nelle prassi inclusive. In riferimento agli obiettivi dell’indagine, la sezione quantitativa ha rilevato un incremento nelle rilevazioni post- formazione, a proposito delle percezioni dichiarate circa la capacità dei laboratori di influire positivamente sulla motivazione a partecipare, sulla percezione di autoefficacia dei docenti e sulla capacità di scelta di strategie inclusive. Per ciascuna delle ricadute, l’incremento è stato registrato in relazione a ognuna delle dimensioni della formazione (teorica pratico esperienziale). Tra gli elementi costitutivi di maggior efficacia il video modeling si conferma un utile strumento di formazione sui temi dell’inclusione. Particolarmente interessante è il confronto, pre- e post-formazione, tra opinioni atteggiamenti e credenze circa la disabilità e l’inclusione, in cui si registra un decremento delle risposte collocate nella categoria del modello medico a favore di quelle collocate nella categoria del modello bio-psico-sociale. In riferimento alla percezione di autoefficacia (Q1-Q2; TEIP), gli indagati dichiarano una percezione di autoefficacia relativamente positiva rispetto alle dimensioni della collaborazione e della condivisione sia in riferimento alle relazioni interpersonali tra bambini, che con i colleghi. Altro elemento di coerenza tra i questionari e la scala TEIP è riconducibile ai timori dichiarati circa il “sentirsi in grado di gestire comportamenti dirompenti, di disturbo o aggressivi” rispetto ai quali si registrano valori lievemente inferiori. Quest’ultimo aspetto suggerisce, come prospettiva futura, la necessità di individuare nuovi strumenti in grado di far sperimentare, realmente o in maniera simulata, situazioni in cui sia previsto il ricorso ad altri strumenti di formazione per offrire ai discenti, sempre più l’occasione di colmare il gap tra teoria e pratica e sostenerli e accompagnarli verso un superamento realistico e responsabile dei propri timori nei confronti della disabilità e dell’inclusione. Parole chiave: corporeità didattiche; formazione docenti; Embodied cognition; inclusione; scuola [ a cura dell'Autore]
Formazione Integrata Teorico Pratico Esperienziale Embodied-based per i docenti. Il ruolo inclusivo della scuola / Valeria Minghelli , 2023 Jul 03., Anno Accademico 2021 - 2022. [10.14273/unisa-5325].
Formazione Integrata Teorico Pratico Esperienziale Embodied-based per i docenti. Il ruolo inclusivo della scuola
Minghelli, Valeria
2023
Abstract
L’Embodied Cognition pone i processi di apprendimento alla luce di una visione multi- prospettica emergente dal dialogo tra diversi ambiti del sapere onde capitalizzarne criticamente le implicazioni (Sibilio, 2020), riconoscendo l’esistenza di un dialogo circolare tra dimensioni di ordine cognitivo, esperienziale e corporeo (Damasio, 1995; Gallese et al., 2006; Glenberg, 2008; Barsalou, 2010; Caruana & Borghi, 2016). Questa prospettiva determina ricadute imprescindibili nelle riflessioni attorno al tema della formazione dei docenti di sostegno che richiede riflessioni di ordine cognitivo, strettamente legate a dimensioni corporee capaci di determinare le sorti di relazioni interpersonali inclusive efficaci. Dopo aver descritto la complessità dei processi inclusivi alla luce delle variazioni terminologiche e sostanziali determinatesi nel corso delle evoluzioni normative, il presente lavoro di tesi delinea lo stato dell’arte sul bisogno formativo del docente e sulle dimensioni della formazione considerate in grado di incidere positivamente sulla promozione di competenze inclusive reali. Lo studio presenta un’ampia descrizione dei costrutti di matrice embodied posti a fondamento dell’approccio di Formazione Integrata Teorico Pratico Esperienziale Embodied Cognition based (TPE EC-b), strutturato secondo una logica ricorsiva tra le dimensioni teorica pratica e esperienziale (Gomez Paloma & Damiani, 2015). Lo studio ha indagato le potenzialità della Formazione Integrata con l’obiettivo di comprendere se questa possa influire positivamente su: motivazione a partecipare; capacità di scelta delle strategie inclusive; percezione di autoefficacia del docente; opinioni nei confronti dell’inclusione e della disabilità. Attraverso una strategia di ricerca di tipo misto, si è fatto ricorso a un disegno di ricerca di tipo quasi sperimentale che ha previsto la somministrazione di un questionario auto- compilato, in ingresso e in uscita (Q1-prima e Q2-dopo l’implementazione della formazione integrata). Per approfondire il costrutto dell’autoefficacia si è fatto ricorso, in uscita, alla scala TEIP, Teacher Efficacy for Inclusive Practices (Sharma et al., 2012; Aiello et al., 2017). Gli strumenti hanno inteso verificare l’ipotesi della ricerca, per comprendere se e in che modo la formazione integrata sia in grado di promuovere una più efficace comprensione e una incarnazione dei contenuti della formazione. L’indagine ha coinvolto un campione di 335 partecipanti ai laboratori dei Corsi di Specializzazione per il Sostegno, per la scuola dell’infanzia, strutturati secondo l’approccio TPE EC based. L’analisi delle percezioni dichiarate dai partecipanti sembrerebbe confermare le ipotesi di ricerca. In particolare, la formazione integrata sembra favorire lo sviluppo di competenze spendibili nella realtà lavorativa, una migliore comprensione dei contenuti teorici, l’attivazione di riflessioni utili sulle dinamiche relazionali e sulle proprie potenzialità inclusive; nonché influire positivamente sulle convinzioni rispetto alla disabilità e all’inclusione, a partire anche da una maggiore percezione di autoefficacia nelle prassi inclusive. In riferimento agli obiettivi dell’indagine, la sezione quantitativa ha rilevato un incremento nelle rilevazioni post- formazione, a proposito delle percezioni dichiarate circa la capacità dei laboratori di influire positivamente sulla motivazione a partecipare, sulla percezione di autoefficacia dei docenti e sulla capacità di scelta di strategie inclusive. Per ciascuna delle ricadute, l’incremento è stato registrato in relazione a ognuna delle dimensioni della formazione (teorica pratico esperienziale). Tra gli elementi costitutivi di maggior efficacia il video modeling si conferma un utile strumento di formazione sui temi dell’inclusione. Particolarmente interessante è il confronto, pre- e post-formazione, tra opinioni atteggiamenti e credenze circa la disabilità e l’inclusione, in cui si registra un decremento delle risposte collocate nella categoria del modello medico a favore di quelle collocate nella categoria del modello bio-psico-sociale. In riferimento alla percezione di autoefficacia (Q1-Q2; TEIP), gli indagati dichiarano una percezione di autoefficacia relativamente positiva rispetto alle dimensioni della collaborazione e della condivisione sia in riferimento alle relazioni interpersonali tra bambini, che con i colleghi. Altro elemento di coerenza tra i questionari e la scala TEIP è riconducibile ai timori dichiarati circa il “sentirsi in grado di gestire comportamenti dirompenti, di disturbo o aggressivi” rispetto ai quali si registrano valori lievemente inferiori. Quest’ultimo aspetto suggerisce, come prospettiva futura, la necessità di individuare nuovi strumenti in grado di far sperimentare, realmente o in maniera simulata, situazioni in cui sia previsto il ricorso ad altri strumenti di formazione per offrire ai discenti, sempre più l’occasione di colmare il gap tra teoria e pratica e sostenerli e accompagnarli verso un superamento realistico e responsabile dei propri timori nei confronti della disabilità e dell’inclusione. Parole chiave: corporeità didattiche; formazione docenti; Embodied cognition; inclusione; scuola [ a cura dell'Autore]I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


