Viene analizzata la celebre subscriptio del codice G di Catullo (Paris, Bibliothèque nationale de France, lat. 14137) che contiene la lettera al lettore in cui il copista Antonio da Legnago dà ragione dei limiti del suo lavoro e parla dell’exemplar corruptissimum che ha usato, il perduto codice V. A causa di un presunto errore ("suggeret" per "sugger<er>et", accolto da tutti gli editori) si era ipotizzato o che la subscriptio non fosse autografa o che contenesse un errore d’autore. Si propone di intendere suggeret come cong. imperfetto del v. suggo (variante fonetica di sugo) e di considerare il testo sano. Inoltre si spiega la misteriosa glossa sul nome di Lesbia, posta in fondo alla subscriptio, riportandola alla "temulenta Lesbia" dell'Andria terenziana (v. 226) e al commento di Elio Donato al passo (21, 4 Wessner).
Titolo: | La subscriptio del cod. G di Catullo (Paris. lat. 14137) |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2005 |
Rivista: | |
Abstract: | Viene analizzata la celebre subscriptio del codice G di Catullo (Paris, Bibliothèque nationale de France, lat. 14137) che contiene la lettera al lettore in cui il copista Antonio da Legnago dà ragione dei limiti del suo lavoro e parla dell’exemplar corruptissimum che ha usato, il perduto codice V. A causa di un presunto errore ("suggeret" per "sugger<er>et", accolto da tutti gli editori) si era ipotizzato o che la subscriptio non fosse autografa o che contenesse un errore d’autore. Si propone di intendere suggeret come cong. imperfetto del v. suggo (variante fonetica di sugo) e di considerare il testo sano. Inoltre si spiega la misteriosa glossa sul nome di Lesbia, posta in fondo alla subscriptio, riportandola alla "temulenta Lesbia" dell'Andria terenziana (v. 226) e al commento di Elio Donato al passo (21, 4 Wessner). |
Handle: | http://hdl.handle.net/11386/1067042 |
Appare nelle tipologie: | 1.1.2 Articolo su rivista con ISSN |