Il testo presenta l’analisi dei caratteri e dei temi principali di tre raccolte di componimenti in versi di Nicolò Franco (Benevento 1515-Roma 1570), un intellettuale di solida formazione classica, sensibile interprete delle dinamiche culturali del suo tempo, non integrato nel sistema della corte; si tratta, in particolare, delle Rime contro Pietro Aretino e la Priapea, edite insieme nel 1541 per i tipi di Gioan Antonio Guidone a Torino, ma stampate in realtà a Casale Monferrato, versi di carattere satirico nei quali l’autore esprime il suo risentimento nei confronti di Pietro Aretino e attacca i corrotti costumi delle classi egemoni, nonché di molti personaggi e letterati, e delle Rime marittime pubblicate a Mantova nel 1547 per i tipi di Jacopo Ruffinelli nel volume Dialogi marittimi di M. Gioan Iacopo Bottazzo insieme con quelle di alcuni rappresentanti dell’Accademia degli Argonauti della quale Nicolò Franco fu fondatore e presidente con il nome Cloanto. Dall’analisi dei testi emerge la peculiare posizione del Franco diviso tra classicismo e anticlassicismo in anni che segnano l’inizio della crisi del Rinascimento.

Le rime di Nicolò Franco: motivi, temi, topoi

FALARDO, DOMENICA
2004-01-01

Abstract

Il testo presenta l’analisi dei caratteri e dei temi principali di tre raccolte di componimenti in versi di Nicolò Franco (Benevento 1515-Roma 1570), un intellettuale di solida formazione classica, sensibile interprete delle dinamiche culturali del suo tempo, non integrato nel sistema della corte; si tratta, in particolare, delle Rime contro Pietro Aretino e la Priapea, edite insieme nel 1541 per i tipi di Gioan Antonio Guidone a Torino, ma stampate in realtà a Casale Monferrato, versi di carattere satirico nei quali l’autore esprime il suo risentimento nei confronti di Pietro Aretino e attacca i corrotti costumi delle classi egemoni, nonché di molti personaggi e letterati, e delle Rime marittime pubblicate a Mantova nel 1547 per i tipi di Jacopo Ruffinelli nel volume Dialogi marittimi di M. Gioan Iacopo Bottazzo insieme con quelle di alcuni rappresentanti dell’Accademia degli Argonauti della quale Nicolò Franco fu fondatore e presidente con il nome Cloanto. Dall’analisi dei testi emerge la peculiare posizione del Franco diviso tra classicismo e anticlassicismo in anni che segnano l’inizio della crisi del Rinascimento.
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