Egidio Romano collaborò, come sembra probabile, alla redazione di uno dei più importanti documenti del pensiero politico medievale, la Bolla Unam sanctam e difese le stesse posizioni anche nel suo De Ecclesiastica potestate. Sembra interessante notare però che quando redasse un manuale politico per l’educazione del principe, il De regimine principum, inscrivendosi consapevolmente nella ormai lunga tradizione degli specula, egli abbia assunto posizioni e toni ispirati da un crudo realismo politico che non sembra in linea di principio molto distante da certi toni machiavelliani. L’indagine mette in luce le novità che il De Regimine presenta rispetto ai suoi precedenti e ai suoi modelli e si concentra sull’analisi dei seguenti punti: a) svincolamento della politica dalla sapienza rivelata dalla Scrittura e sua direzione affidata alla retorica; b) connessine tra retorica e argomenti ex utilitate; c) progressivo svincolamento della prudenza dal suo ancoraggio etico e sua riduzione a scienza dei mezzi; c) percezione della insecuritas come orizzonte all’interno del quale sono destinati a vivere i regna; d) necessità di lavorare per ottenere il consenso popolare sui mezzi atti a colpire l’immaginazione e sul ruolo della magnificenza; e) Spostamento dell’asse della espressione della sovranità dal piano della iurisdictio a quello della legislazione; f) trattazione dei problemi della guerra ritenuti consustanziali allo Stato e svincolati così dalla teoria della guerra giusta.

Mutazioni concettuali del paradigma degli specula. Egidio Romano e la modernità del Medioevo

TARANTO, Domenico
2007-01-01

Abstract

Egidio Romano collaborò, come sembra probabile, alla redazione di uno dei più importanti documenti del pensiero politico medievale, la Bolla Unam sanctam e difese le stesse posizioni anche nel suo De Ecclesiastica potestate. Sembra interessante notare però che quando redasse un manuale politico per l’educazione del principe, il De regimine principum, inscrivendosi consapevolmente nella ormai lunga tradizione degli specula, egli abbia assunto posizioni e toni ispirati da un crudo realismo politico che non sembra in linea di principio molto distante da certi toni machiavelliani. L’indagine mette in luce le novità che il De Regimine presenta rispetto ai suoi precedenti e ai suoi modelli e si concentra sull’analisi dei seguenti punti: a) svincolamento della politica dalla sapienza rivelata dalla Scrittura e sua direzione affidata alla retorica; b) connessine tra retorica e argomenti ex utilitate; c) progressivo svincolamento della prudenza dal suo ancoraggio etico e sua riduzione a scienza dei mezzi; c) percezione della insecuritas come orizzonte all’interno del quale sono destinati a vivere i regna; d) necessità di lavorare per ottenere il consenso popolare sui mezzi atti a colpire l’immaginazione e sul ruolo della magnificenza; e) Spostamento dell’asse della espressione della sovranità dal piano della iurisdictio a quello della legislazione; f) trattazione dei problemi della guerra ritenuti consustanziali allo Stato e svincolati così dalla teoria della guerra giusta.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/1655937
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