I racconti dei miracoli, che registrano (e creano) fenomeni ai quali solo recentemente, e dopo un lungo percorso di “legittimazione”, è stato riconosciuto lo status di oggetto di ricerca storica, ammettono una molteplicità di approcci interpretativi, da condurre, tuttavia, a partire dalla consapevolezza, come e forse più che per altre fonti storiche, dello scarto profondo tra il presente, con le sue chiavi interpretative, e il passato, con le sue diverse percezioni del rapporto autenticità/inautenticità, verità/falsità. In questo saggio si prendono in analisi tre raccolte di miracoli redatte, le prime due, a Colonia e, la terza, a Passau, in un arco cronologico compreso tra l’XI e il XIII secolo, esaminate soprattutto nell’ottica di considerarne le valenze attinenti all’identità e alla rappresentazione degli ambienti per cui furono realizzate, affidate ad agiografi chiamati a esprimere ed elaborare la memoria dei contesti in oggetto in alcuni momenti della loro storia, nonché a veicolare modelli di comportamento coerenti con esigenze e obiettivi generali e particolari. Se nel terzo testo, redatto da una benedettina, si comunicano più esplicitamente “modelli di comportamento”, affidate a una scrittura femminile che non presenta connotazioni “di genere” ma che rinvia a un contesto fortemente caratterizzato in senso rigido e punivo, nei primi due emerge, tra gli altri, il ruolo di forte prestigio politico del monastero coloniese di S. Pantaleone, attestato simbolicamente dalla virtus emanata dalle reliquie del santo ivi custodite, e il complesso intreccio di relazioni intessute dall’abbazia renana con personaggi e istituzioni di spicco della vita religiosa e politica contemporanea.

Itaque et sanitas a te recedet. Miracoli di s. Pantaleone tra esemplarità e storia

GALDI, Amalia
2008-01-01

Abstract

I racconti dei miracoli, che registrano (e creano) fenomeni ai quali solo recentemente, e dopo un lungo percorso di “legittimazione”, è stato riconosciuto lo status di oggetto di ricerca storica, ammettono una molteplicità di approcci interpretativi, da condurre, tuttavia, a partire dalla consapevolezza, come e forse più che per altre fonti storiche, dello scarto profondo tra il presente, con le sue chiavi interpretative, e il passato, con le sue diverse percezioni del rapporto autenticità/inautenticità, verità/falsità. In questo saggio si prendono in analisi tre raccolte di miracoli redatte, le prime due, a Colonia e, la terza, a Passau, in un arco cronologico compreso tra l’XI e il XIII secolo, esaminate soprattutto nell’ottica di considerarne le valenze attinenti all’identità e alla rappresentazione degli ambienti per cui furono realizzate, affidate ad agiografi chiamati a esprimere ed elaborare la memoria dei contesti in oggetto in alcuni momenti della loro storia, nonché a veicolare modelli di comportamento coerenti con esigenze e obiettivi generali e particolari. Se nel terzo testo, redatto da una benedettina, si comunicano più esplicitamente “modelli di comportamento”, affidate a una scrittura femminile che non presenta connotazioni “di genere” ma che rinvia a un contesto fortemente caratterizzato in senso rigido e punivo, nei primi due emerge, tra gli altri, il ruolo di forte prestigio politico del monastero coloniese di S. Pantaleone, attestato simbolicamente dalla virtus emanata dalle reliquie del santo ivi custodite, e il complesso intreccio di relazioni intessute dall’abbazia renana con personaggi e istituzioni di spicco della vita religiosa e politica contemporanea.
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