Dall’Antichità al Rinascimento, la musica fu considerata una potente medicina in grado di guarire le infermità del corpo e della mente. Filosofi, medici e musicisti – figure riunite talvolta in uno stesso individuo – indagarono sulle cause che permettevano alla melodia di attenuare o eccitare le passioni, di favorire la contemplazione e l’elevazione del pensiero. Chi fosse entrato in possesso della magia della musica avrebbe potuto estendere il suo dominio su uomini e cose. Marsislio Ficino, alla fine del Quattrocento, credeva che la lira di Orfeo potesse risuonare e attenuare la malinconia allontanando gli influssi minacciosi dei pianeti lenti e freddi (Mercurio e Saturno). Tommaso Campanella, ai primi del Seicento, legava ad ogni tipo di musica un preciso effetto come nelle ricette della tradizionale farmacopea. I sentimenti e il movimento dei corpi “obbedivano” per lui ai ritmi musicali (come nel caso dei tarantolati di Puglia). Al richiamo dei suoni si “muovevano” anche le masse tanto che alla “mutazione della musica” – scrive il filosofo di Stilo – corrisponde la “mutanza di costumi e di stato, come Platone conobbe e oggi si prova nei Luterani che con quella mutaro la religione”.

Musica Medicina Magia. Saggi su Ficino e Campanella

CAMBI, Maurizio
2010-01-01

Abstract

Dall’Antichità al Rinascimento, la musica fu considerata una potente medicina in grado di guarire le infermità del corpo e della mente. Filosofi, medici e musicisti – figure riunite talvolta in uno stesso individuo – indagarono sulle cause che permettevano alla melodia di attenuare o eccitare le passioni, di favorire la contemplazione e l’elevazione del pensiero. Chi fosse entrato in possesso della magia della musica avrebbe potuto estendere il suo dominio su uomini e cose. Marsislio Ficino, alla fine del Quattrocento, credeva che la lira di Orfeo potesse risuonare e attenuare la malinconia allontanando gli influssi minacciosi dei pianeti lenti e freddi (Mercurio e Saturno). Tommaso Campanella, ai primi del Seicento, legava ad ogni tipo di musica un preciso effetto come nelle ricette della tradizionale farmacopea. I sentimenti e il movimento dei corpi “obbedivano” per lui ai ritmi musicali (come nel caso dei tarantolati di Puglia). Al richiamo dei suoni si “muovevano” anche le masse tanto che alla “mutazione della musica” – scrive il filosofo di Stilo – corrisponde la “mutanza di costumi e di stato, come Platone conobbe e oggi si prova nei Luterani che con quella mutaro la religione”.
2010
9788862011754
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