La città di Troia fu fondata dal catepano Basilio Boiannes tra il 1018 e il 1019, nei pressi del sito dell’antica Aecae, diventando il caposaldo militare di altri centri fortificati in Capitanata, con una chiara funzione di difesa dei confini bizantini rispetto ai vicini territori longobardi. Lo sviluppo della comunità troiana e del suo episcopato nell’XI secolo fu accelerato dall’insediamento dei Normanni e dalle donazioni dei duchi che, nel contempo, favorirono anche la presenza sul territorio dell’Abbazia di Montecassino. Sul piano simbolico il processo di sviluppo politico-ecclesiastico della città è significativamente rilevabile dalla Translatio s. Eleutherii del precentor Roffredo, che si riferisce alla traslazione delle reliquie del santo da Tibera a Troia (1105) nel periodo del vescovo Guglielmo I. Il testo è una testimonianza importante anche di altre dinamiche storiche, tra le altre: i rapporti tra l’episcopato e Montecassino nonché tra le diocesi della Capitanata, i percorsi viari tra il Basso Lazio e l’Apulia, il programma ideologico sotteso alla nuova cattedrale troiana completata dal vescovo Guglielmo II.

Troia, Montecassino e i Normanni. La traslazione di s. Eleuterio tra identità cittadina e dinamiche di potere

GALDI, Amalia
2010-01-01

Abstract

La città di Troia fu fondata dal catepano Basilio Boiannes tra il 1018 e il 1019, nei pressi del sito dell’antica Aecae, diventando il caposaldo militare di altri centri fortificati in Capitanata, con una chiara funzione di difesa dei confini bizantini rispetto ai vicini territori longobardi. Lo sviluppo della comunità troiana e del suo episcopato nell’XI secolo fu accelerato dall’insediamento dei Normanni e dalle donazioni dei duchi che, nel contempo, favorirono anche la presenza sul territorio dell’Abbazia di Montecassino. Sul piano simbolico il processo di sviluppo politico-ecclesiastico della città è significativamente rilevabile dalla Translatio s. Eleutherii del precentor Roffredo, che si riferisce alla traslazione delle reliquie del santo da Tibera a Troia (1105) nel periodo del vescovo Guglielmo I. Il testo è una testimonianza importante anche di altre dinamiche storiche, tra le altre: i rapporti tra l’episcopato e Montecassino nonché tra le diocesi della Capitanata, i percorsi viari tra il Basso Lazio e l’Apulia, il programma ideologico sotteso alla nuova cattedrale troiana completata dal vescovo Guglielmo II.
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