Con le recenti acquisizioni etiopatogenetiche e fisiopatologiche sulle condizioni di ipertensione polmonare e le nuove terapie per la IAP in particolare, il segno dell’edema periferico va riconsiderato e analizzato sia seguendo i tradizionali principi classificativi ma anche secondo il concetto che esso è strettamente legato ad un disturbo dell’equilibrio del sodio e dell’acqua; su tale equlibrio, mantenuto dal rene, interviene una disfunzione di vari sistemi neuroormonali che regolano il volume dei fluidi corporei, nel corso di affezioni cardiorespiratorie croniche ed epatiche, anche in assenza di una patologia organica renale. Tale rilievo è applicabile anche alla IAP ed ad altre categorie di IP non associate a cardiopatia sinistra, forme nelle quali l’edema periferico può manifestarsi nelle varie fasi di malattia. Come si è visto, l’utilizzazione di farmaci ad attività sui sistemi neurormonali attivati in corso di IAP, in particolare gli ERA presenta l’interessante aspetto di intervenire sui substrati patologici della malattia e sulla sua storia naturale; ulteriori studi, comunque, sono necessari per analizzare le attività degli ERA da un punto di vista più complessivo sui meccanismi dell’insufficienza cardiaca dx, sui rapporti tra circolazione polmonare e renale con implicazione nella gestione del paziente, allo scopo di discernere il ruolo dell’edema quale manifestazione di scompenso, dall’edema quale effetto controllabile del trattamento. Pertanto, la comprensione dei meccanismi dell’edema con l’utilizzazione di provvedimenti terapeutici mirati, potrà senz’altro migliorare il nostro approccio ai vecchi e nuovi quadri di patologia che caratterizzano attualmente lo scenario clinico.

L’edema periferico: una riconsiderazione nell’era dell’ipertensione polmonare

CIRILLO, Massimo;
2011-01-01

Abstract

Con le recenti acquisizioni etiopatogenetiche e fisiopatologiche sulle condizioni di ipertensione polmonare e le nuove terapie per la IAP in particolare, il segno dell’edema periferico va riconsiderato e analizzato sia seguendo i tradizionali principi classificativi ma anche secondo il concetto che esso è strettamente legato ad un disturbo dell’equilibrio del sodio e dell’acqua; su tale equlibrio, mantenuto dal rene, interviene una disfunzione di vari sistemi neuroormonali che regolano il volume dei fluidi corporei, nel corso di affezioni cardiorespiratorie croniche ed epatiche, anche in assenza di una patologia organica renale. Tale rilievo è applicabile anche alla IAP ed ad altre categorie di IP non associate a cardiopatia sinistra, forme nelle quali l’edema periferico può manifestarsi nelle varie fasi di malattia. Come si è visto, l’utilizzazione di farmaci ad attività sui sistemi neurormonali attivati in corso di IAP, in particolare gli ERA presenta l’interessante aspetto di intervenire sui substrati patologici della malattia e sulla sua storia naturale; ulteriori studi, comunque, sono necessari per analizzare le attività degli ERA da un punto di vista più complessivo sui meccanismi dell’insufficienza cardiaca dx, sui rapporti tra circolazione polmonare e renale con implicazione nella gestione del paziente, allo scopo di discernere il ruolo dell’edema quale manifestazione di scompenso, dall’edema quale effetto controllabile del trattamento. Pertanto, la comprensione dei meccanismi dell’edema con l’utilizzazione di provvedimenti terapeutici mirati, potrà senz’altro migliorare il nostro approccio ai vecchi e nuovi quadri di patologia che caratterizzano attualmente lo scenario clinico.
2011
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