La scrittura autobiografica rappresenta un prezioso strumento di interpretazione, decostruzione e ricostruzione del sé, in un’ottica pedagogico-formativa. Infatti, l’essere umano ha bisogno di recuperare il senso delle sue azioni e di generare significati, poiché proprio attraverso questi è in grado di spiegare a sé stesso ciò che gli accade, di dare valore alla propria esistenza. Attraverso il linguaggio, dispositivo essenziale per la mediazione dei simboli e, anche per mezzo della pratica della scrittura, gli individui producono percorsi di senso e di riorganizzazione del sé. Tale attività ha un’indiscutibile funzione educativa in quanto favorisce lo sviluppo del pensiero razionale e creativo, permette di ri/costruire la propria identità, situa l’uomo in una realtà storica e in uno specifico paradigma socio-culturale; concede altresì alla mente di ritirarsi nel proprio spazio egoico. La scrittura come narrazione di sé oggi è al centro di un vero e proprio processo di disseminazione e sono numerose e svariate le forme e gli stili linguistici disponibili, dalle più tradizionali con carta e penna, alle più recenti modalità di espressione mediate attraverso i dispositivi digitali, come il blog, le chat e i social. In questo contributo si intende offrire una lettura inconsueta della narrazione autobiografica, cogliendo sia l’aspetto ontico sia quello ontologico della scrittura, sottolineando il valore che la scrittura ha per sé e di per sé. La pervasività dei nuovi media nella vita quotidiana di ciascuno di noi, impone un’attenta riflessione circa le possibilità offerte dallo spazio web di raccontarsi, di narrare la propria esperienza, esponendo costantemente il sé all’altro. La scrittura della propria esistenza è pretesto per chiedersi, una volta di più, il senso dell’essere e dell’esserci rimodulato però alla luce delle possibilità che il contemporaneo e la comunicazione multimediale interattiva offrono, generando nuovi e complessi spazi per lasciare tracce di sé.

Narrarsi oggi: lo spazio rimodulato (e rimediato) del racconto.

TAMMARO, ROSANNA;GUGLIELMINI, MAURA;IANNOTTA, IOLANDA SARA
2016-01-01

Abstract

La scrittura autobiografica rappresenta un prezioso strumento di interpretazione, decostruzione e ricostruzione del sé, in un’ottica pedagogico-formativa. Infatti, l’essere umano ha bisogno di recuperare il senso delle sue azioni e di generare significati, poiché proprio attraverso questi è in grado di spiegare a sé stesso ciò che gli accade, di dare valore alla propria esistenza. Attraverso il linguaggio, dispositivo essenziale per la mediazione dei simboli e, anche per mezzo della pratica della scrittura, gli individui producono percorsi di senso e di riorganizzazione del sé. Tale attività ha un’indiscutibile funzione educativa in quanto favorisce lo sviluppo del pensiero razionale e creativo, permette di ri/costruire la propria identità, situa l’uomo in una realtà storica e in uno specifico paradigma socio-culturale; concede altresì alla mente di ritirarsi nel proprio spazio egoico. La scrittura come narrazione di sé oggi è al centro di un vero e proprio processo di disseminazione e sono numerose e svariate le forme e gli stili linguistici disponibili, dalle più tradizionali con carta e penna, alle più recenti modalità di espressione mediate attraverso i dispositivi digitali, come il blog, le chat e i social. In questo contributo si intende offrire una lettura inconsueta della narrazione autobiografica, cogliendo sia l’aspetto ontico sia quello ontologico della scrittura, sottolineando il valore che la scrittura ha per sé e di per sé. La pervasività dei nuovi media nella vita quotidiana di ciascuno di noi, impone un’attenta riflessione circa le possibilità offerte dallo spazio web di raccontarsi, di narrare la propria esperienza, esponendo costantemente il sé all’altro. La scrittura della propria esistenza è pretesto per chiedersi, una volta di più, il senso dell’essere e dell’esserci rimodulato però alla luce delle possibilità che il contemporaneo e la comunicazione multimediale interattiva offrono, generando nuovi e complessi spazi per lasciare tracce di sé.
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