In un suo breve scritto del 1937, Présence de Paris, Paul Valéry sembra indicare all'uomo che attraversa le città moderne un filo di Arianna per orientarsi in esse disorientandosi: lasciandosi cioè prendere (catturare) dai rumori e dai silenzi, dalle pietre e dalla vita che si presentano allo sguardo e alla memoria. Recensendo il libro di Franz Hessel, Spazieren in Berlin (1929), Walter Benjamin ha scritto che la città moderna "è l'immenso spettacolo della flânerie ", un paesaggio di pura vita che può essere colta solo da quel promeneur solitaire et pensif che è il flâneur : un poeta-filosofo (secondo Baudelaire) che sa ridurre "a qualche forma di intelligibilità " la multiforme geografia morale della città e "celebrare gli ultimi monumenti di un'antica civiltà dell'abitare"
Pensare la città. Lo sguardo dei flâneurs
Vincenzo COCCO
2017-01-01
Abstract
In un suo breve scritto del 1937, Présence de Paris, Paul Valéry sembra indicare all'uomo che attraversa le città moderne un filo di Arianna per orientarsi in esse disorientandosi: lasciandosi cioè prendere (catturare) dai rumori e dai silenzi, dalle pietre e dalla vita che si presentano allo sguardo e alla memoria. Recensendo il libro di Franz Hessel, Spazieren in Berlin (1929), Walter Benjamin ha scritto che la città moderna "è l'immenso spettacolo della flânerie ", un paesaggio di pura vita che può essere colta solo da quel promeneur solitaire et pensif che è il flâneur : un poeta-filosofo (secondo Baudelaire) che sa ridurre "a qualche forma di intelligibilità " la multiforme geografia morale della città e "celebrare gli ultimi monumenti di un'antica civiltà dell'abitare"I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.