Il saggio ricostruisce l’immagine cinematografica (documentaristica e di finzione) dell’icona napoletana dalle origini per buona parte del Novecento. In realtà, il cinema, subito dopo la sua invenzione e diffusione, riversò sulla pellicola il precipitato visivo e culturale di una lunga tradizione proveniente da altri ambiti e mezzi di comunicazione: la letteratura di viaggio, la pittura, la fotografia ecc. Le “immagini in movimento” diffusero a livello di massa, in ogni angolo del mondo, la rappresentazione di una città e di una realtà ricca di molte facce anche contraddittorie. In breve, ci furono due tendenze. La prima, derivata dalla tradizione culturale ed elitaria del Grand Tour, con cui si esaltavano le bellezze archeologiche e paesaggistiche del mitico golfo. La seconda si occupava di riprendere aspetti legati al “colore”, alla vita dei vicoli, ai “mestieri” del popolo. Questa rappresentazione stereotipata e contraddittoria ha continuato a ripetersi, con qualche variante, nel corso del secolo resistendo anche al massiccio intervento operato dal fascismo per sostituirla con l’immagine di una città nuova, industriale, militarizzata.

Napoli sullo schermo dalla nascita del cinema al miracolo economico

Pasquale Iaccio
;
2017-01-01

Abstract

Il saggio ricostruisce l’immagine cinematografica (documentaristica e di finzione) dell’icona napoletana dalle origini per buona parte del Novecento. In realtà, il cinema, subito dopo la sua invenzione e diffusione, riversò sulla pellicola il precipitato visivo e culturale di una lunga tradizione proveniente da altri ambiti e mezzi di comunicazione: la letteratura di viaggio, la pittura, la fotografia ecc. Le “immagini in movimento” diffusero a livello di massa, in ogni angolo del mondo, la rappresentazione di una città e di una realtà ricca di molte facce anche contraddittorie. In breve, ci furono due tendenze. La prima, derivata dalla tradizione culturale ed elitaria del Grand Tour, con cui si esaltavano le bellezze archeologiche e paesaggistiche del mitico golfo. La seconda si occupava di riprendere aspetti legati al “colore”, alla vita dei vicoli, ai “mestieri” del popolo. Questa rappresentazione stereotipata e contraddittoria ha continuato a ripetersi, con qualche variante, nel corso del secolo resistendo anche al massiccio intervento operato dal fascismo per sostituirla con l’immagine di una città nuova, industriale, militarizzata.
2017
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