La continuità aziendale richiede in concreto adattamenti che tengano conto della realtà operativa dell’impresa al fine di rappresentare in modo razionale la sua capacità di operare in un’ottica duratura, ne consegue come la continuità aziendale assuma carattere istituzionale dell’azienda che rimane di per sé astratto se non declinato dinamicamente in relazione alle vicende attraverso le quali si sviluppa il ciclo di vita della stessa (Adamo S., Fasiello R., 2014). È noto come la sussistenza della continuità aziendale abbia riflessi significativi sul bilancio d’esercizio, sia sotto il profilo formale che sostanziale. Sotto il profilo formale, si evidenzia come la struttura obbligatoria del bilancio imponga, ad esempio, di distinguere e rappresentare separatamente le immobilizzazioni dalle altre attività rientranti nell’attivo circolante. Sotto il profilo sostanziale, la continuità rappresenta il presupposto indispensabile per l’adozione di criteri di valutazione fondati sulla logica del funzionamento (Romano M., Favino C., 2012). La tematica della continuità aziendale è stata, negli ultimi tempi, oggetto di particolare attenzione, anche alla luce del particolare momento di difficoltà che sta attraversando l’economia del Paese. Un concreto contributo alle soluzioni della crisi d’impresa finalizzate alla salvaguardia dei complessi aziendali viene certamente dal recente DL 22.6.2012 n. 83 (c.d. decreto crescita e sviluppo) e s.m.i.. Anche la direttiva comunitaria 2013/34/UE, che ridisegna il quadro normativo europeo in materia di bilanci d’esercizio e consolidati, inquadra la continuità aziendale quale principio generale di bilancio. La sua posizione di postulato sovraordinato deriva dal fatto che, senza di esso, perdono di significato altri principi di redazione del bilancio, in particolare la comparabilità nel tempo o la costanza dei criteri di valutazione.
LA CONTINUITÀ AZIENDALE NELLA CRISI DI IMPRESA
MARCELLO R
2015
Abstract
La continuità aziendale richiede in concreto adattamenti che tengano conto della realtà operativa dell’impresa al fine di rappresentare in modo razionale la sua capacità di operare in un’ottica duratura, ne consegue come la continuità aziendale assuma carattere istituzionale dell’azienda che rimane di per sé astratto se non declinato dinamicamente in relazione alle vicende attraverso le quali si sviluppa il ciclo di vita della stessa (Adamo S., Fasiello R., 2014). È noto come la sussistenza della continuità aziendale abbia riflessi significativi sul bilancio d’esercizio, sia sotto il profilo formale che sostanziale. Sotto il profilo formale, si evidenzia come la struttura obbligatoria del bilancio imponga, ad esempio, di distinguere e rappresentare separatamente le immobilizzazioni dalle altre attività rientranti nell’attivo circolante. Sotto il profilo sostanziale, la continuità rappresenta il presupposto indispensabile per l’adozione di criteri di valutazione fondati sulla logica del funzionamento (Romano M., Favino C., 2012). La tematica della continuità aziendale è stata, negli ultimi tempi, oggetto di particolare attenzione, anche alla luce del particolare momento di difficoltà che sta attraversando l’economia del Paese. Un concreto contributo alle soluzioni della crisi d’impresa finalizzate alla salvaguardia dei complessi aziendali viene certamente dal recente DL 22.6.2012 n. 83 (c.d. decreto crescita e sviluppo) e s.m.i.. Anche la direttiva comunitaria 2013/34/UE, che ridisegna il quadro normativo europeo in materia di bilanci d’esercizio e consolidati, inquadra la continuità aziendale quale principio generale di bilancio. La sua posizione di postulato sovraordinato deriva dal fatto che, senza di esso, perdono di significato altri principi di redazione del bilancio, in particolare la comparabilità nel tempo o la costanza dei criteri di valutazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.