A partire dagli anni ’80 e ’90 del ’900 gli assetti del sistema industriale italiano entrano definitivamente in crisi: lo choc della chiusura delle fabbriche e la cassaintegrazione, solcano la scena del presente e la delocalizzazione degli impianti pone fine al sogno cementizio. La distruzione dell’identità operaia viene rivendicata attraverso forme poetiche di testi franti, sincopati, desultori, che testimoniano il senso di inutilità di una classe nonché il vuoto che circonda i capannoni dismessi: è il caso di autori quali Fabio Franzin, Luigi Di Ruscio e Antonio Riccardi.
L’identità italiana nella poesia operaia dell’ultimo Novecento: Franzin, Di Ruscio, Riccardi.
Eleonora Rimolo
2023-01-01
Abstract
A partire dagli anni ’80 e ’90 del ’900 gli assetti del sistema industriale italiano entrano definitivamente in crisi: lo choc della chiusura delle fabbriche e la cassaintegrazione, solcano la scena del presente e la delocalizzazione degli impianti pone fine al sogno cementizio. La distruzione dell’identità operaia viene rivendicata attraverso forme poetiche di testi franti, sincopati, desultori, che testimoniano il senso di inutilità di una classe nonché il vuoto che circonda i capannoni dismessi: è il caso di autori quali Fabio Franzin, Luigi Di Ruscio e Antonio Riccardi.File in questo prodotto:
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