Sulle orme del Critone. Le potenzialità del dialogo in prospettiva paideutica

This contribution, placed at the intersection between literature and pedagogical reflection, will attempt to reconstruct in a historical-diachronic perspective the fortune of Crito, during the Risorgimento. Platonic dialogue on duty (with its ethical imperatives: Well, Virtue, Justice) supported the choices of Luigi Settembrini who, as modern Socrates, even in prison never stepped out his master mode and refused freedom in the name of truth; so, he made a choice proposing itself as an ethical model for future generations. We will then try to highlight this frame of moral and pedagogical literature that made as its own the dialogical device which was, according to Gadamer and Bachtin, a metaphor and privileged instrument of education to responsibility, in the name of the supreme instance of humanization and civilization. Starting from these premises, we will try to argue how the educational magisterium works to ensure all mankind completely mastering the word in democratic society.

Il contributo, ponendosi all’intersezione tra letteratura e riflessione pedagogica, tenta di ricostruire in prospettiva storico-diacronica la fortuna del Critone durante il Risorgimento. Il dialogo platonico sul dovere (con i suoi imperativi etici: Bene, Virtù, Giustizia) sostenne le scelte di Luigi Settembrini che, moderno Socrate, anche in prigione non dismise mai gli abiti del maestro e rifiutò la libertà in nome della verità, compiendo una scelta che si proponeva come modello etico per le future generazioni. Sulle coordinate teoretiche di una ontologia dell’educazione, si proverà a lumeggiare questo spaccato della letteratura morale e pedagogica che fece proprio il dispositivo dialogico, considerato anche da Gadamer e Bachtin metafora e strumento privilegiato di educazione alla responsabilità, in nome della suprema istanza di umanizzazione e civiltà. Muovendo da queste premesse, si cercherà di argomentare come il magistero educativo lavori per assicurare a tutti la piena padronanza della parola nella società democratica.