Attraverso una prospettiva che coniuga l’analisi mediologica e storico-artistica con studi storici e di testimonianza, il lavoro proposto analizza l’opera di Alejandro Iñárritu Carne y Arena (2017), discutendo come il riscorso alle nuove tecnologie di virtual reality (VR) e mixed reality aggiunga un nuovo e importante capitolo alle narrazioni della migrazione tra Messico e Stati Uniti. Dopo aver tracciato un percorso genealogico delle differenti modalità attraverso cui viene narrato il confine e il suo attraversamento –culminante con l’installazione di Iñárritu– si mostrerà come, al confine tra incorporazione e disincorporazione, presenza e assenza, la posizione spettatoriale costruita dal regista messicano sia quella del viandante dantesco, in un suggestivo e inesplorato dialogo con l’immaginario narrativo centroamericano contemporaneo, che interpreta il viaggio migratorio come catabasi.
L’inferno del confine: fantasmi e visioni in Carne y Arena
Federico Cantoni;
2022-01-01
Abstract
Attraverso una prospettiva che coniuga l’analisi mediologica e storico-artistica con studi storici e di testimonianza, il lavoro proposto analizza l’opera di Alejandro Iñárritu Carne y Arena (2017), discutendo come il riscorso alle nuove tecnologie di virtual reality (VR) e mixed reality aggiunga un nuovo e importante capitolo alle narrazioni della migrazione tra Messico e Stati Uniti. Dopo aver tracciato un percorso genealogico delle differenti modalità attraverso cui viene narrato il confine e il suo attraversamento –culminante con l’installazione di Iñárritu– si mostrerà come, al confine tra incorporazione e disincorporazione, presenza e assenza, la posizione spettatoriale costruita dal regista messicano sia quella del viandante dantesco, in un suggestivo e inesplorato dialogo con l’immaginario narrativo centroamericano contemporaneo, che interpreta il viaggio migratorio come catabasi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.