The paper is an interpretive survey of the legend of the Cercopes, a myth widespread in archaic and classical times that revolves on a peculiar kind of divine punishment: the metamorphosis of human beings into apes. The juxtaposition of literary sources and iconographic sources makes it possibile to identify two main narrative strands: one, serious, is in fact part of the larger cycle of the labours of Heracles; the other, comic, may be regarded as a variant of the mythical theme featuring the hero himself and other satirical figures. In the comic variant a crucial role is played by the name Κέρκωψ, to be interpreted as “with the face in front of the tail”, that is to say, in front of Heracles’s posterior or genitals (as in the example of the two brothers who, after being captured, were placed in the upside-down position); another meaning of the name Κέρκωψ, related to the Cercopes’ impudence, can be traced back to a sexual metaphor still widespread to this day, the roots of which seem to lie in Mediterranean folklore. A connection can also be establisehd between the comic variant and well-known scenes, common both in archaic and classical times, of attempted theft of Heracles’ weapons by satyrs and sileni. These scenes may be taken as narrative devices meant to support the metamorphosis into apes well attested for the Italiotic area; in particular, the ape’s traits are counterbalanced by the Heraclean attribute of μελάμπυγος.

Il contributo mira a segnare le linee interpretative della leggenda dei Cercopi, un mito minore molto diffuso in età arcaica e classica nell’iconografia templare e vascolare che si conclude con la metamorfosi in scimmie per punizione divina. Incrociando le fonti iconografiche con quelle letterarie si possono individuare due linee narrative distinte, una seria, che inserisce il racconto fra le imprese di Eracle, e una comica che si inserisce nelle varianti mitiche che hanno protagonista l’eroe e figure satiresche. Nella variante comica gioca un particolare ruolo l’interpretazione del nome Κέρκωψ, che che doveva essere interpretato come “con la faccia davanti alla coda” ossia al posteriore o ai genitali di Eracle per la posizione a testa in giù in cui i due fratelli vengono posti dopo la cattura. L’altro significato che il nome pare assumere, legato all’impudenza del loro carattere, può essere ricondotto a un traslato ancora diffuso, ma che pare affondare le proprie origine nel folklore mediterraneo. La variante comica può essere collegata alle scene di tentativo di furto delle armi di Eracle ad opera di satiri e sileni, anch’essa diffusa in età arcaica e classica. Questa scena costituisce una sorta di corredo narrativo che giustifica la metamorfosi in scimmie diffusa in area italiota in cui i tratti della scimmia, anticipati dai comportamenti e dalla natura dei personaggi, trovano una fusione perfetta con l’attributo eracleo di μελάμπυγος, che si innesta su κέρκωψ e ha un complemento antifrastico nel carattere fondamentale della scimmia, sempre rappresentata e iconizzata per il proprio posteriore.

CONSIDERAZIONI SULL’IMMAGINE DELLA SCIMMIA NEL MONDO ANTICO. IL MITO DEI CERCOPI FRA ICONOGRAFIA E FONTI LETTERARIE

Grazzini
In corso di stampa

Abstract

The paper is an interpretive survey of the legend of the Cercopes, a myth widespread in archaic and classical times that revolves on a peculiar kind of divine punishment: the metamorphosis of human beings into apes. The juxtaposition of literary sources and iconographic sources makes it possibile to identify two main narrative strands: one, serious, is in fact part of the larger cycle of the labours of Heracles; the other, comic, may be regarded as a variant of the mythical theme featuring the hero himself and other satirical figures. In the comic variant a crucial role is played by the name Κέρκωψ, to be interpreted as “with the face in front of the tail”, that is to say, in front of Heracles’s posterior or genitals (as in the example of the two brothers who, after being captured, were placed in the upside-down position); another meaning of the name Κέρκωψ, related to the Cercopes’ impudence, can be traced back to a sexual metaphor still widespread to this day, the roots of which seem to lie in Mediterranean folklore. A connection can also be establisehd between the comic variant and well-known scenes, common both in archaic and classical times, of attempted theft of Heracles’ weapons by satyrs and sileni. These scenes may be taken as narrative devices meant to support the metamorphosis into apes well attested for the Italiotic area; in particular, the ape’s traits are counterbalanced by the Heraclean attribute of μελάμπυγος.
In corso di stampa
Il contributo mira a segnare le linee interpretative della leggenda dei Cercopi, un mito minore molto diffuso in età arcaica e classica nell’iconografia templare e vascolare che si conclude con la metamorfosi in scimmie per punizione divina. Incrociando le fonti iconografiche con quelle letterarie si possono individuare due linee narrative distinte, una seria, che inserisce il racconto fra le imprese di Eracle, e una comica che si inserisce nelle varianti mitiche che hanno protagonista l’eroe e figure satiresche. Nella variante comica gioca un particolare ruolo l’interpretazione del nome Κέρκωψ, che che doveva essere interpretato come “con la faccia davanti alla coda” ossia al posteriore o ai genitali di Eracle per la posizione a testa in giù in cui i due fratelli vengono posti dopo la cattura. L’altro significato che il nome pare assumere, legato all’impudenza del loro carattere, può essere ricondotto a un traslato ancora diffuso, ma che pare affondare le proprie origine nel folklore mediterraneo. La variante comica può essere collegata alle scene di tentativo di furto delle armi di Eracle ad opera di satiri e sileni, anch’essa diffusa in età arcaica e classica. Questa scena costituisce una sorta di corredo narrativo che giustifica la metamorfosi in scimmie diffusa in area italiota in cui i tratti della scimmia, anticipati dai comportamenti e dalla natura dei personaggi, trovano una fusione perfetta con l’attributo eracleo di μελάμπυγος, che si innesta su κέρκωψ e ha un complemento antifrastico nel carattere fondamentale della scimmia, sempre rappresentata e iconizzata per il proprio posteriore.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4877915
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